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Il fenomeno allo studio del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino

Un magnetismo “anomalo”
per eliminare l’inquinamento

Sta per essere presentata una domanda
per un brevetto internazionale in Svizzera

di Rino Di Stefano

(RinoDiStefano.com, Pubblicato Domenica 1 Agosto 2021)

Ursula Von der Leyen [Fonte: Wikipedia]C’è un uomo che ritiene di avere la soluzione giusta per sconfiggere in via definitiva l’inquinamento atmosferico e quello marino. Tutti sappiamo le drammatiche conseguenze di questi due terribili flagelli. Nel primo caso la riduzione delle emissioni nell’atmosfera è fra i pilastri della rivoluzione verde voluta da Bruxelles e dalla Commissione presieduta da Ursula Von der Leyen. Non è un caso che i capi di Stato e di governo, riuniti nel Consiglio europeo, abbiano confermato l’obiettivo di alzare entro il 2030 dal 40% al 55% il taglio delle emissioni di CO2. E questo vale solo per l’Europa. Il problema è molto sentito anche negli Stati Uniti e in Cina, dove l’inquinamento atmosferico raggiunge cifre da capogiro. Il problema è che l’industria, per attenuare l’emissione dei fumi inquinanti, dovrebbe stanziare cifre impressionanti solo per applicare sistemi di filtraggio costosissimi e non sempre efficaci. Il problema, insomma, al momento è irrisolvibile.
Lo stesso si può dire per l’inquinamento marino. Basti pensare, tanto per fare un esempio, che negli oceani è presente un’isola formata da materie plastiche la cui estensione si calcola dai 700mila kmq fino a 10 milioni di kmq, cioè da un’area più grande della penisola iberica ad un’area più estesa della superficie degli Stati Uniti. In pratica, se i calcoli fossero veritieri, si tratterebbe di una superficie che corrisponderebbe tra lo 0,41% e il 5,6% dell’Oceano Pacifico (Pacific Garbage Patch). Numeri stratosferici.

Ebbene quest’uomo sostiene che ci sia la possibilità di ripulire l’aria e i mari da questo apocalittico inquinamento applicando un sistema, attualmente del tutto sconosciuto, per separare aria e acqua dagli elementi estranei inerti. Questa tecnologia, della quale non si conoscono ancora i dettagli, agirebbe tramite l’uso di “catalizzatori”, definiamoli così per comodità di comprensione, che attirerebbero le parti inquinanti separandole, appunto, da aria e acqua. Sempre per comodità di pensiero, pensiamo ad una calamita che viene avvicinata a della polvere di ferro. Immediatamente la polvere viene attirata verso le estremità della calamita. E così accadrebbe nel sistema proposto da quell’uomo.

Il problema è: come può essere possibile che un sistema attiri le parti inquinanti inerti immerse in un fluido, a prescindere dalla sostanza da cui sono formate? Chiaramente si parla di qualcosa che interviene sulla forza di gravità, in un modo che non è dato sapere dalla fisica che noi conosciamo. Secondo la descrizione che viene fornita da questo signore, in ogni ciminiera industriale verrebbe applicato un “magnete” (chiamiamolo così, ma il termine non è corretto) che attirerebbe ogni tipo di pulviscolo inquinante prima che venga scaricato nell’aria. Queste scorie verrebbero fatte confluire in un condotto e quindi compattate all’esterno della stessa ciminiera. Risultato: aria pulita e mai più inquinamento ambientale. Inoltre, il sistema sarebbe anche relativamente poco costoso e adottabile da chiunque con pochi accorgimenti tecnici.
Lo stesso vale per le acque. Quel “magnete” attirerebbe le parti inquinanti, convogliandole in appositi serbatoi. Il materiale così raccolto potrebbe inoltre essere triturato, compattato e utilizzato per altri fini. Ma l’acqua tornerebbe per incanto ad essere pulita.

Il polo chimico di Ferrara all'alba (immagine di repertorio) [Fonte: Wikipedia] Una favola ecologica? Un sogno ad occhi aperti per immaginare un pianeta finalmente pulito e vivibile? Se così fosse, non varrebbe la pena di parlarne. In questo caso, invece, pare che la scoperta abbia una sua precisa consistenza scientifica. Infatti quell’uomo sta per presentare regolare domanda di brevetto internazionale presso The International Bureau of WIPO, PCT Receiving Office Section di Ginevra, in Svizzera. E cioè l’ufficio che rilascia brevetti internazionali validi per l’Europa e per il mondo.

Chiaramente bisogna aspettare che gli esaminatori svizzeri diano il loro parere tecnico, e concedano il brevetto, prima di poter parlare con assoluta certezza che un’invenzione di questo livello possa essere definita vera e sicura. Tuttavia c’è ancora qualcos’altro che alimenta la concretezza di questo progetto. Infatti le caratteristiche tecniche di questo principio sono state presentate al Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino che, al momento, le sta esaminando. A questo proposito in data 16 giugno 2021 il professor Gianpiero Gervino ha rilasciato una relazione preliminare su un campo magnetico “anomalo” nella quale, pur in chiave del tutto preliminare in quanto il fenomeno non è stato ancora analizzato, ammette che “Utilizzando materiali magnetizzati che potrebbero essere comuni calamite o altro, e assemblandoli in maniera opportuna, si crea un array il cui campo magnetico finale presenta delle singolarità”. Il professor Gervino, in termini scientifici, spiega che si verifica un fenomeno magnetico “anomalo” che, di fatto, provoca uno sbilanciamento tra i due poli Nord e Sud. Sbilanciamento che viene compensato “dal fatto che le linee di flusso magnetico si chiudono invece che tra le superfici opposte, lungo i bordi. In altre parole le linee di flusso magnetico, invece di uscire dalla superficie opposta, detta Sud, corrono all’interno del materiale, realizzato in configurazione di un parallelogramma di spessore sottile, lasciando fuoriuscire dalla superficie Sud solo qualche residuo, una piccola percentuale rispetto al flusso misurato alla superficie Nord”. Senza voler insistere troppo sulle spiegazioni scientifiche, è comunque chiaro che all’Università di Torino hanno riscontrato un campo Un'isola colma di platica nel Pacifico (immagine di repertorio) [Fonte: Wikipedia]magnetico “anomalo” che adesso stanno appunto studiando. Anche da loro si dovrà aspettare l’esito finale per accertare di che cosa si tratti e perché quel dispositivo sarebbe in grado di attirare le parti inquinanti in aria e acqua.

Ma chi è l’uomo che sta presentando domanda di brevetto in Svizzera e ha portato il suo macchinario al Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino per farlo analizzare? Ancora una volta si tratta di Rolando Pelizza, il bresciano di 83 anni che sostiene di essere stato l’allievo di Ettore Majorana, conosciuto casualmente nel convento in cui si sarebbe rifugiato nel 1938. Quel magnetismo “anomalo”, spiega, è il frutto di quanto avrebbe appreso dal suo celebre insegnante. E’ solo questione di tempo: quando The International Bureau of WIPO si pronuncerà sulla richiesta di brevetto e, contemporaneamente, l’Università di Torino dirà la sua sullo strano campo magnetico “anomalo” che sarebbe in grado di eliminare l’inquinamento mondiale, sapremo quanta consistenza ha questo progetto. Solo allora si potrà dire la parola definitiva su un dispositivo che, almeno a parole, promette di cambiare il mondo.

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