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Palate di fango su Majorana:
adesso qualcuno lo vuole gay

Dura replica del professor Erasmo Recami, biografo del grande scienziato scomparso nel nulla a Napoli il 27 Marzo del 1938:
“Non esistono indizi, testimonianze o qualsiasi tipo di documentazione storica che possano far pensare ad un’eventuale omosessualità”

di Rino Di Stefano

(RinoDiStefano.com, Pubblicato Domenica 27 Marzo 2016)

Un articolo dell'epoca che annunciava la scomparsa di MajoranaL’ambigua campagna mediatica che certi potentati economici stanno portando avanti pro gay e gender, adesso sta cercando di arruolare anche Ettore Majorana. A tirare in ballo la figura del celebre scienziato scomparso a Napoli il 27 marzo del 1938, cioè esattamente 78 anni fa,  non sono storici o studiosi qualificati che conoscono bene la vita e gli studi di Majorana, bensì autori che si improvvisano “esperti”, sfruttando il nome di uno dei più illustri e misteriosi geni che l’Italia abbia mai partorito. Il fatto poi che su Ettore Majorana vengano versate palate di fango, descrivendolo in un modo che nulla aveva a che fare con la realtà dei fatti, pare che non importi a nessuno. Tanto è scomparso, quando mai potrà ribattere… A prescindere dal fatto che ci sarebbero davvero molte cose da dire su quanto sta accadendo nella nostra società a questo livello, mi sembra molto appropriato quanto a suo tempo ha scritto il mio amico e collega Marcello Foa:

“E’ il ribaltamento del mondo: una battaglia a tutela della minoranza gay viene usata per tentare di sradicare l’identità sessuale naturale della stragrande maggioranza delle persone e convincere le nuove generazioni che ognuno può scegliere se diventare omosessuale o bisessuale o transessuale. Diciamola tutta: è un’aberrazione, che però si afferma sempre di più, agendo su più livelli. […] E’ una battaglia subdola perché, schermandosi dietro alle rivendicazioni gay, inibisce un dibattito normale. Si impedisce alla gente di capire cos’è l’ideologia gender, di interrogarsi e in ultima analisi di decidere. Come dovrebbe accadere in democrazia ”.

Infatti, non basta più il civile buon senso del vivi e lascia vivere, secondo il quale ognuno è libero di vivere la propria sessualità come più gli pare, nel rispetto delle reciproche differenze. Adesso si vorrebbe far credere che seguire la propria natura di eterosessuali (come fa il 95% della popolazione) sia sbagliato. Ed è evidente il tentativo di sdoganare nella “normalità” ciò che è tale solo per i diretti interessati.
Ma questo discorso porterebbe lontano e non mi sembra il caso di affrontarlo adesso, nel presente contesto. Quello che ora mi preme è che in questa battaglia di propaganda politica dagli oscuri contorni, ci sia finito dentro anche il nome di Ettore Majorana. Ho dunque pensato di rivolgere alcune domande a questo riguardo al professor Erasmo Recami, ordinario di Fisica e di Struttura della Materia all’Università di Bergamo, nonché maggior biografo vivente di Ettore Majorana. E’ stato infatti il professor Recami a pubblicare il libro “Il caso Majorana”, cioè lo studio più completo mai realizzato fino ad oggi sulla figura del grande scienziato siciliano, scomparso nel nulla quella mattina di primavera del 1938.

Il Prof. Erasmo RecamiProfessor Recami, che cosa ha provato quando ha letto di questa nuova ipotesi che vorrebbe Majorana omosessuale?

“Un po' di tristezza, per non dire nausea…  Ai miei tempi, quando mi preoccupavo di scoprire e raccogliere documenti seri circa il grande Ettore Majorana (e ciò' soprattutto dal 1969 al 1973, e poi fino al 1987, e oltre), eravamo ben pochi a svolgere ricerche sul Majorana: e tutti con lo scopo altruistico di valorizzarne il nome, la vita, le opere.  Da una decina d'anni, molti, invece, si sono mossi a scrivere sul Nostro con lo scopo di guadagnarsi facile fama a spese del nome illustrissimo di Ettore… E' una cosa molto sgradevole, che da' tristezza”.

A suo avviso, esiste una qualsivoglia evidenza storica che proverebbe la presunta omosessualità di Majorana?

“Il 90 o 95% dei documenti biografici seri sono disponibili dal 1987 (ed anche prima) negli scritti di chi per primo li pubblicò, ovvero, modestia a parte, del sottoscritto: in particolare nel libro Il Caso Majorana: Epistolario, Documenti, Testimonianze, da me pubblicato in tandem con Maria Majorana, indimenticabile sorella di Ettore. Ebbene, nei detti documenti, nell'epistolario, nelle testimonianze, non si incontra una sola parola che possa alludere ad omosessualità. S'intende, l'omosessualità attribuita a personaggi come Leonardo da Vinci, oppure, ora, come il Majorana, secondo me sarebbe inessenziale: un fatto privato, neanche disdicevole secondo la mentalità moderna… Ma non si trova un solo documento, una sola frase, che possa fare pensare che Ettore fosse gay”.

Ci sono riscontri famigliari nella vita di Majorana che potrebbero far pensare ad una sua omosessualità?

La copertina della quarta edizione del libro del professor Recami“Dal 1969 ho mantenuto un contatto profondamente amichevole con la famiglia Majorana di Roma e di Catania: soprattutto fino alla scomparsa, in Roma, di Maria Majorana; e, a Catania, di Nunni Cirino vedova di Luciano Majorana (fratello di Ettore), e quindi cognata di Ettore. Non ho mai avuto la minima impressione che qualcuno pensasse che Ettore fosse gay. Al contrario, ho avuto varie indicazioni di sentimenti platonici di Ettore per signorine di sesso femminile”.

Dai congiunti di Majorana, ha mai sentito parlare di una presunta omosessualità di Ettore?

“Come dicevo, non solo non ne ho mai sentito parlare, ma neppure ebbi mai l'impressione che qualcuno della famiglia avesse una idea del genere nell'anticamera del cervello… Anzi, è ben possibile che Ettore all'Universita' di Napoli abbia nutrito dei sentimenti per la sua bella e brillante allieva Gilda Senatore…”.

Qual è, allora, il suo giudizio sulla pubblicazione di notizie prive di fondamento che creano ipotesi offensive e inverosimili?

“Chi vuole farsi pubblicità sfruttando il nome di un Grande, non recederà di fronte a nulla… Ma chi offende persone di tanta mente, e di altrettanta sensibilità umana, merita biasimo e disgusto… O, meglio, merita indifferente silenzio; in attesa di chi è più gentiluomo: il tempo”.

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