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Versione completa de "Il Bivio" depurata dal trash lunedì 16 alle 23.30 su Italia 1
(Il Giornale, Pubblicato Venerdì 13 Luglio 2007)
I produttori del programma televisivo "Il Bivio" di Enrico Ruggeri
ci ripensano e ritrasmettono la puntata del caso Zanfretta nella sua forma più
seria, e cioè senza tutto quel "trash" che ha fatto insorgere
migliaia di telespettatori in tutta Italia. è la prima volta nella storia
della televisione che un programma viene "rifatto" su pressione
del pubblico. L'edizione rinnovata della puntata del Bivio andrà
in onda lunedì 16 alle 23,30 su Italia 1 e si potranno vedere gli interventi
in studio fatti dagli ospiti invitati proprio per parlare delle misteriose avventure
con presunti alieni sulle alture di Genova da parte di colui che ormai è
l'ex metronotte più famoso d'Italia, appunto Pier Fortunato
Zanfretta.
La nuova versione del Bivio, tuttavia, non è affatto casuale. Essa nasce
invece dall'accordo firmato tra la Quadriotivù, società
che produce il programma per conto di Mediaset, e il giornalista Rino Di Stefano
(autore del libro "Il caso Zanfretta – La vera storia di un incredibile
fatto di cronaca", De Ferrari Editore) che aveva aperto un'azione
legale contro la Quadriotivù per aver alterato i contenuti del programma
nella prima versione andata in onda nel febbraio scorso. Infatti in quell'occasione,
nonostante in fase di registrazione del programma nello studio vi fossero stati
diversi interventi tra Alessandro Cecchi Paone, Rino Di Stefano, il biologo
Giorgio Pattera e l'ufologa Emy Balbi, nella versione finale mandata poi
in onda, questi interventi erano spariti ad eccezione di una specie di show
improvvisato tra Cecchi Paone e una signorina che sosteneva di vedere alieni
tutti i giorni. Appunto quel genere di cose che ha fatto definire trash, cioè
spazzatura mediatica, il programma a migliaia di persone ovunque nel Paese.
Si è arrivati al punto che l'email del Bivio è stata presa
d'assalto da una marea di messaggi di protesta che hanno mandato in tilt
la sua posta elettronica. Contro Il Bivio si schierarono non solo le riviste
specializzate in temi ufologici, ma anche decine di siti web che gridarono allo
scandalo per il modo in cui Italia 1 aveva trattato l'argomento. E non
furono poche le attestazioni di simpatia nei riguardi di Zanfretta che davanti
alle telecamere si era limitato a raccontare con molta dignità e senza
ostentazione la storia che gli aveva rovinato la vita.
Da qui l'accordo tra Di Stefano e Quadriotivù per ristabilire la
verità sulla puntata, così come era stata registrata, evitando
l'aggiunta di scenette tanto disdicevoli quanto negative per la serietà
con cui lo stesso Ruggeri si è distinto conducendo il programma. Tra
l'altro proprio in questi giorni il cantante-conduttore ha pubblicato
per Rizzoli il suo libro "Quante vite avrei voluto" inserendo 21
storie tratte dal Bivio. Ovviamente, visti i risvolti legali che ha avuto il
caso Zanfretta per la sua trasmissione, Ruggeri non ha ritenuto di inserire
anche la storia dell'ex metronotte nel volume. Anche se, a detta degli
stessi produttori, il caso Zanfretta è quello che più ha fatto
alzare l'indice di ascolto del programma portandolo ad un inedito 16 per
cento.
Come chi vedrà la trasmissione potrà notare, a prescindere dal
fatto se l'ex metronotte abbia realmente incontrato esseri provenienti
da altri mondi, ciò che più allarma in tutta questa vicenda non
è la sua personale testimonianza dei fatti, quanto piuttosto quella di
numerose altre persone che, coinvolte per diversi motivi nella storia, hanno
vissuto esperienze a dir poco incredibili seguendo Zanfretta. è il caso
dei suoi ex colleghi che ancora oggi, a quasi trent'anni di distanza da
quei giorni, conservano nella memoria il vivido ricordo di un grosso disco volante
luminoso che vola sopra le loro teste. E qualcuno ne fu veramente atterrito.
Così come è rimarchevole anche la testimonianza di Antonio Nucchi,
ex maresciallo dei carabinieri oggi in pensione, autore dell'inchiesta
giudiziaria che venne svolta proprio sulle vicissitudini notturne di Zanfretta.
Adesso, davanti alle telecamere del Bivio, Nucchi racconta che non solo trovò
52 persone che affermarono di avere visto volare a bassa quota un grosso disco
volante luminoso nei luoghi e nel momento in cui si svolgeva la storia di Zanfretta
(tra i testimoni c'era anche il sindaco di Torriglia, Giuseppe Cevasco)
ma anche egli stesso fu tra i testimoni. All'epoca dei fatti i suoi superiori
gli dissero di tacere e Nucchi ubbidì. Oggi, in pensione, Nucchi rivela
che una sera, mentre si trovava in compagnia della moglie e di una coppia di
amici, vide insieme agli altri, a una distanza di poche decine di metri, un
grosso oggetto discoidale che si librava nell'aria davanti a loro. Il
disco volante ruotava leggermente su se stesso e dopo alcuni minuti si allontanò
velocissimo scomparendo alla loro vista.
Che cosa accadde dunque tra il 1978 e il 1980 a Torriglia? Probabilmente nessuno
lo saprà mai e il caso Zanfretta resterà per sempre un affascinante
mistero irrisolto.
R.G.
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