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DAL NOSTRO LETTORE SPECIALE
(Il Giornale, Pubblicato Mercoledì 6 Febbraio 2008)
Quando
percorriamo in auto la Statale 45 che da Genova si inerpica verso Torriglia,
ben difficilmente ci potrebbe venire in mente di riflettere sui secoli di storia
che stiamo attraversando lungo il nostro percorso. Immersi come siamo nel nostro
vissuto quotidiano, al massimo pensiamo a non fare tardi se ci aspettano per
un pranzo in trattoria o per un appuntamento. Eppure, se soltanto ogni tanto
potessimo prenderci il lusso di una pausa nella nostra corsa della vita, potremmo
scoprire realtà neppure immaginabili. E il pensiero va alle antiche popolazioni
liguri che abitavano quelle stesse colline dove adesso stiamo passando, alle
loro sanguinose lotte contro gli invasori celti, alla vana resistenza allo strapotere
di Roma, alle cruente battaglie contro le truppe africane di Annibale, alle
scorrerie dei saraceni, al passaggio delle truppe imperiali di Federico Barbarossa,
agli insediamenti dei cavalieri templari, ai briganti in agguato sulla Via del
sale, agli scontri tra francesi e spagnoli nei nostri boschi, alle razzie delle
truppe russe di Suvaroff di stanza a Stradella alla fine del Settecento, allo
sbarco dei 3000 zuavi d'Algeri che si erano sistemati a Torriglia, alla massiccia
emigrazione verso le Americhe, alle nefandezze dei nazisti nell'ultima guerra,
fino alla più recente quanto ancora misteriosa strage di Bargagli. Tutto
accadde qui, lungo questa stessa strada, l'antica Route 212 de Gênes.
Senza parlare delle curiosità: è sempre qui, occultata in un piccolo
avvallamento tra i monti, che si nasconde infatti l'origine genovese, da parte
di madre, di una delle più famose star internazionali del mondo dello
spettacolo quale è stato "The Voice", il grande Frank Sinatra.
è di tutto questo, e di molto altro ancora, che si è occupato
Mauro Casale nel suo libro "Patranico. Medioevo a Donetta" (La Stampa
Editrice) pubblicato in questi giorni grazie al contributo della Comunità
Montana Alta Val Trebbia. Casale, vice sindaco di Torriglia, è uno studioso
con la passione della storia e dell'archeologia. è lui, infatti,
che sta curando la campagna di scavi nel castello di Torriglia, sul quale ha
anche scritto un saggio. E adesso ha voluto cimentarsi con la storia della "Via
que dicitur Patranico", ovvero la "Stradella" che passava
dall'antica abbazia di Patrania collegando il mare alla pianura e viceversa,
detta anche Chamino de Lombardia, Via di Stradella, Via del sale e Via del Mare.
Una strada che comunque non è mai stata principale, ma "divertita"
o "inopitam", come era chiamata dagli antichi cronisti. In altre
parole, un percorso alternativo che passava lungo i crinali dei monti congiungendo
la costa ligure con la pianura padana. Strada che nell'estate del 1895
(altra curiosità) l'allora sedicenne Albert Einstein volle fare
insieme ad un amico, percorrendola in quattro giorni.
Scopriamo allora che le invasioni dei nordici celti lasciarono nelle genti liguri
anche alcuni cambiamenti nei costumi, come per esempio le "parentelle",
sistema di organizzazione sociale dei monti affine al clan scozzese. Senza poi
dimenticare l'adozione del "gonello", indumento simile al
kilt, il cui uso non superò la barriera del Settecento. Queste colline,
però, furono sempre famose soprattutto per il brigantaggio. Come disse
Opizzo Malaspina il Grande, "…che volete, in siffatti paesi che
nulla producono, bisogna vivere di furto". E infatti un cronista dell'epoca
descrive i briganti come "banditi di strada, feroci, bechi fotuti che
areneghano Dio e assaltano viandanti dietro ai buschi alle Capanne de Carrega
o alle Fracce de Artanna". Uno famoso era Lazarino Capurro Bandito Capitale
che dal 1670 al 1675 terrorizzo l'intera zona. Alla fine fu preso e giustiziato.
Ma ascoltate le disposizioni che il Principe dava a Bartolomeo Capredone, commissario
di Torriglia, circa il trattamento da usare al bandito Giorgio Mozzo, uno dei
più feroci membri della banda di Capurro: "…farette che detto
ministro tagli dal corpo il capo con le due braccia, il primo lo farete reponer
nelle gabbie di codesta torre, cioè in quella più in fuori e l'altri,
uno lo farette affiggere alle forche che sono vicine al luogo ove è stato
estinto detto Mozzo e l'altro lo farete portare in Caprile con farlo attaccar
in quel luogo istesso nel quale fu uccisa la moglie di Batta Mozzo. Prima che
detto Ministro venghi all'esecutione farete suonar la Campana del Castello,
affinché ogni uno possa concorrere e veder simil esempio per maggior
terrore di malviventi".
Per quanto riguarda invece le origini di Sinatra, Casale scrive che la madre
Natalia Garaventa, chiamata affettuosamente Dolly, nacque il giorno di Natale
del 1897 a Rossi, un paesino sotto il monte Lavagnola. All'età
di quattro anni, i suoi emigrarono a Hoboken, negli Stati Uniti, dove nel 1914
si sposò con il pugile catanese Anthony Martin Sinatra. Il loro figlio
Frank nacque nel 1915. Natalia morì il 6 gennaio 1977 in un incidente
aereo e venne sepolta vicino alla tomba del padre, ovviamente anche lui genovese,
nel Desert Memorial Park di Palm Spring, in California.
Il librò di Casale verrà presentato a Genova sabato 16 febbraio
alle 16,30 presso la Sala Barabino del Teatro della Gioventù di via Cesarea.
Curiosamente, l'unica libreria dove il volume è disponibile è
la Bozzi di via Cairoli. Ma anche questo è un esempio di editoria in
Liguria…
"Patranico. Medioevo a Donetta" di Mauro Casale, La Stampa Editrice, Genova, pp. 175, €13,00.
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