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DAL NOSTRO LETTORE SPECIALE

Storie in giallo di Caron,
il Simenon genovese

di Rino Di Stefano

(Il Giornale, Pubblicato Sabato 26 Gennaio 2008)

Congresso medico con delittoSi racconta che durante la sua vita Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) abbia pubblicato qualcosa come 450 tra romanzi e scritti brevi. I suoi amici assicuravano che in un giorno era capace di scrivere da 60 a 80 pagine, portando la sua produzione annua a livelli impensabili per un qualunque bravo scrittore. Ciò che però gli portò fama e fortuna furono i 103 episodi che riguardavano il commissario Maigret (75 romanzi e 28 racconti), tradotti i 55 lingue e pubblicati in 44 nazioni. Simenon, che nel corso della sua vita ebbe la soddisfazione di vendere circa 500 milioni di libri, cambiò infatti lo stile dei romanzi polizieschi spostando l'attenzione del lettore dal "chi è stato" del classico giallo di stile anglosassone al "perché" e alle motivazioni che hanno portato una persona, fino a quel momento del tutto normale, a compiere un delitto. In altre parole, Simenon entrava nella psicologia dei personaggi spiegandone il dramma interno e illustrando poi l'evolversi della loro vicenda umana fino alle più drammatiche conseguenze. In una parola, il suo commissario Maigret aveva a che fare con la vita reale di tutti i giorni e non con la sofisticata società aristocratica inglese tipo Agatha Christie o con la ricca borghesia americana di un altro maestro del crimine come Raymond Chandler.
Questa premessa serve a presentare il Simenon genovese che, senza nascondersi dietro un dito, dice apertamente di ispirarsi al grande scrittore belga di lingua francese per raccontare in chiave poliziesca la nostra realtà quotidiana.
Sto parlando di Antonio Caron che, per lungo tempo professionista della comunicazione, quando alla fine si è concesso il lusso di dedicare il proprio tempo alla scrittura, ha prodotto tutta una serie di romanzi polizieschi che nulla hanno da invidiare a certi gialli che vanno per la maggiore solo perché il nome del loro autore è inglese o comunque straniero. Nei suoi undici romanzi Caron rivela quella scorrevolissima capacità di scrivere tipica di chi sa esporre magistralmente il proprio racconto in modo semplice e chiaro, ma nello stesso tempo stuzzicante e accattivante. Ne abbiamo un esempio nel suo "Congresso medico con delitto" (Fratelli Frilli Editori) dove il protagonista, che è sempre il maresciallo dell'Arma Sebastiano Vitale, simpatico investigatore dotato di eccezionale intuito e comandante la stazione carabinieri di Cherasco, in quel di Cuneo, questa volta si deve confrontare con Aurelio Santorsola, capo della squadra mobile di Genova, per l'omicidio della dottoressa Mariangela Dossi, uccisa durante un congresso medico proprio nel capoluogo ligure. La Dossi era lo stesso medico che aveva visitato Vitale, sofferente di reni, per cui il maresciallo si sente chiamato in causa in prima persona.
Queste due figure, il carabiniere e il poliziotto, rappresentano simbolicamente i due diversi aspetti delle forze armate italiane che si occupano di criminalità. I carabinieri, per la loro stessa funzione di rappresentanti dell'ordine anche nelle più piccole comunità del Paese, godono di un rapporto affettivo più sentito dalla popolazione rispetto a quello che viene provato nei confronti della polizia. Il maresciallo, o anche il brigadiere nei centri più piccoli, è comunque un'autorità che ha un rapporto più personale con la gente. E mi viene in mente la buonanima del maresciallo Felice Maritano, ucciso nel 1974 dal terrorista Roberto Ognibene durante uno dei primi scontri a fuoco con le Brigate Rosse, che come comandante la stazione di Rivarolo aveva salvato dalla strada decine e decine di giovani sbandati. Se ne occupava personalmente: li avvicinava, li faceva ospitare in organizzazioni religiose, faceva in modo che ricevessero un'istruzione professionale. In sintesi, regalava loro un futuro. è quindi ovvio che persone di questa levatura morale, soprattutto se indossano una divisa con la storia e l'onore dei carabinieri, siano più vicine ai cittadini.
Questo, sia detto per inciso, senza nulla togliere alla polizia la cui opera è e resta assolutamente essenziale per la sicurezza e la tranquillità di qualunque città.
Il maresciallo Vitale, per tornare a Caron, è uno di quei personaggi che con il loro intuito sanno vedere oltre la cortina dell'apparenza e, come fa anche Maigret, si confida spesso con la moglie Marisa che di tanto in tanto lo fa riflettere su particolari che gli erano sfuggiti. La vicenda si sviluppa fra Genova, Milano, Ginevra e Cleveland, negli Stati Uniti, toccando ambienti ospedalieri e laboratori di ricerca. E sarà in questo suo peregrinare tra medici e scienziati, indagando su una misteriosa offerta di collaborazione da 500mila dollari e su un investimento miliardario che una grande multinazionale americana vuole fare nel comune di Malvano Lombardo, che alla fine il maresciallo Vitale riuscirà a sciogliere il bandolo della matassa.
Una domanda sorge però spontanea leggendo questo libro di Caron: se è tanto bravo a ispirarsi a Simenon, quanto lo potrebbe essere se desse libero sfogo alla sua unica e personale vena di scrittore?

"Congresso medico con delitto" di Antonio Caron, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2008, pp. 213, ISBN 9788875633936, €9,00.

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