|
DAL NOSTRO LETTORE SPECIALE
(Il Giornale, Pubblicato Sabato 19 Luglio 2008)
Un
investigatore famoso, il suo gatto, quattro inspiegabili omicidi, una intricatissima
e squallida situazione familiare, il mistero di una lettera sparita: sono questi
gli ingredienti di un thriller da brivido ambientato nella cornice di una splendida
Alassio che, per l'occasione, vive sotto la pioggia continua e torrenziale
di una stagione impazzita. Un po' come la primavera che ci siamo appena
lasciati alle spalle. È un giallo con tutte le carte in regola, ben scritto
e articolato, senza quegli “scivoloni” che spesso rovinano la lettura,
quello che oggi ci presenta il genovese Enzo Ferrea, già premiato in
passato con il trofeo Enrico Tedeschi al Mystfest di Cattolica per il suo primo
romanzo, Quando muore mammina, definito il miglior giallo italiano. E ogni tanto
si vede che qualche premio va a chi se lo merita, perché Ferrea adesso
torna con L'unghia di Camillo (Fratelli Frilli Editori), dove il suo talento
letterario si riconferma senza sbavature. Ancora una volta, così come
ha fatto nel suo primo libro, Ferrea ci ripropone, nelle vesti di indiscusso
protagonista, l'investigatore privato Alessandro Pace, che ama andarsene
in giro per l'Italia con il proprio gatto Camillo, un bellissimo felino
dal pelo lungo e dal carattere indolente, che più di ogni altra cosa
preferisce la sicura quiete di una poltrona dove acciambellarsi per passare
le proprie giornate.
Forse l'unico problema del libro è l'astrusa punteggiatura dei dialoghi, che
spesso non di distinguono dal testo, creando qualche difficoltà al lettore.
Ma ci si abitua…
Nonostante per certi versi ricordi la figura del mitico Poirot di Agata Christie,
Pace non è un personaggio molto verosimile. È indubbiamente ben disegnato e
giustamente calibrato per attirare le simpatie di chi legge, ma del tutto fuori
posto nella realtà italiana dove non ci sono grandi investigatori che insegnino
l'arte dell'indagine e dell'intuizione a polizia e carabinieri. Nel nostro Paese
un investigatore privato non solo raramente si fa un nome, ma certamente non
vive davvero di delitti misteriosi.
A parte questo inciso di cronaca, Alessandro Pace è un investigatore di cui
si legge volentieri, anche perché, rispetto ad altri suoi colleghi molto più
famosi della letteratura a stelle e strisce (nella società americana gli investigatori
privati hanno nel concreto un ruolo diverso rispetto ai nostri), non si lascia
mai coinvolgere emotivamente. Pace non si “sbatte” per procurarsi clienti. A
lui piovono dall'alto, non appena si sparge la voce della sua presenza sul territorio.
E così un bel giorno, mentre se ne sta tranquillo a godersi qualche sprazzo
di sole in casa di due amiche in quel di Alassio, improvvisamente si trova implicato,
suo malgrado, nel caso di un misterioso quanto cruento omicidio. Una diciottenne,
che presta servizio in una casa della ricca borghesia locale, viene trovata
sgozzata sul terrazzo dell'abitazione. Apparentemente non c'è alcun movente
e meno che mai viene individuato un colpevole. Così, prima la sorella della
vittima, e poi la proprietaria della casa dove la ragazza lavorava, non trovano
di meglio che assumere Pace. Il quale, tanto per non deludere nessuno, si trova
a non poter rifiutare l'imprevisto quanto scomodo incarico.
Non voglio togliere al lettore il piacere di scoprire passo passo quanto va
accadendo nel libro. Anche perché i colpi di scena non mancano e la lettura
è davvero gradevole. Soprattutto riesce subito simpatico quel grosso gatto sornione
che sembra addirittura parli con il suo padrone, tanta è l'intesa che c'è tra
i due.
E così, mentre sta ancora domandandosi che cosa ci possa essere dietro a quel
primo indecifrabile assassinio, ecco che improvvisamente una seconda persona
viene eliminata a colpi di falce. È quindi la volta di una terza e infine di
una quarta. Soltanto quando l'omicida si appresta a cesellare la sua opera con
un altro delitto, ecco che Pace ha l'intuizione vincente. Ma non prima che la
quinta infelice vittima venga a concludere l'attività di questo psicopatico
serial killer senza alcun freno morale.
Pace interroga tutti, non si scompone mai, quando deve agire, agisce. E la sua
perspicacia, che gli fa mettere a posto tutti i pezzi di un incredibile puzzle,
alla fine viene premiata da un avvenimento inatteso che conferma splendidamente
tutte le sue pur discutibili teorie. “Di un dilemma scegliete la più inaudita,
la più pericolosa delle soluzioni”, diceva Karen Blixen. E Ferrea ci riesce
benissimo.
“L'unghia di Camillo” di Enzo Ferrea, Fratelli Frilli Editori, 2007, pp. 240, ISBN 9788875633165, €12,00.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I miei libri | I miei articoli | Eventi & News | Rubrica Letteraria | Multimedia
Documenti | Facebook | X | YouTube | Instagram | Contatti
© 2001-2025 Rino Di Stefano – Vietata la riproduzione, anche parziale, senza esplicita autorizzazione
Informativa sul Copyright – Informativa sulla Privacy