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Dagli ultrasuoni il futuro
della nuova energia pulita

Un brevetto tutto italiano
spiegato nel libro del professor Fabio Cardone

di Rino Di Stefano

(RinoDiStefano.com, Pubblicato Venerdì 14 Aprile 2017)

La Futura Energia – Dall'atomica alle reazioni nucleari ultrasonicheSi chiamano reazioni nucleari ultrasoniche, o reazioni piezonucleari, e hanno tutte le carte in regola per essere l’energia del futuro. Una energia pulita e di elevata potenza, che ha il grande privilegio di non produrre i raggi gamma, le radiazioni letali che sempre accompagnano la tradizionale reazione termonucleare. A parlare diffusamente di questo brevetto tutto italiano, spiegandone i dettagli tecnici e le eventuali applicazioni, è stato il professor Fabio Cardone, già professore incaricato di Fisica Generale presso l’Università dell’Aquila e l’Università La Sapienza di Roma, nel suo libro “La futura energia – Dall’atomica alle reazioni nucleari ultrasoniche”, pubblicato da Di Renzo Editore per la Collana Arcobaleno. La definizione di reazione piezonucleare (vocabolo proveniente dal greco antico indicante la pressione), venne utilizzato per la prima volta da Steve Jones in un articolo apparso sulla rivista inglese Journal of Physics nel 1986. I primi a sperimentarla furono i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, ma l’esperienza non durò a lungo. Dopo la disfatta della Germania, soltanto nel 1991 gli esperimenti vennero ripresi dal Dipartimento della Difesa e dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America.
Questo metodo, relativamente nuovo, per lo sfruttamento dell’energia nucleare, utilizza l’impiego della cosiddetta cavitazione e degli ultrasuoni. “La cavitazione, spiega il professor Cardone – è un fenomeno che fu scoperto casualmente nell’acqua al principio del XX secolo, quando le prime eliche metalliche delle navi risultarono piene di piccole cavità dopo un certo periodo di funzionamento”. Accadeva questo: le bolle del gas disciolto nell’acqua, quando l’elica si muoveva, invece di scoppiare e liberare il gas, implodevano collassando contro la superficie metallica dell’elica stessa. Queste implosioni provocavano quindi delle cavità, da cui il nome cavitazione. Per quanto riguarda invece gli ultrasuoni, è stato scoperto che le oscillazioni ad alta frequenza provocano onde d’urto con temperature di migliaia, se non di milioni di gradi.
In Italia gli esperimenti scaturirono da una collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e le Forze Armate. Il progetto della macchina a ultrasuoni venne eseguito dal professor Cardone e dall’ingegner Felice Contalbo, ufficiale del Corpo Tecnico. Buoni risultati si ottennero nel corso degli esperimenti condotti dal 2010 al 2013 presso i laboratori di Roma-Cesano dell’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).
La scoperta più notevole ottenuta nel corso degli studi compiuti in più parti del globo, riguarda comunque le prospettive di sfruttamento di questa nuova tecnologia. “Le reazioni nucleari ultrasoniche per liberare energia – scrive Cardone – necessitano di sali di ferro e il ferro è molto comune in natura; questo risolve il problema della dipendenza geopolitica dei produttori delle fonti primarie. Inoltre, gli esperimenti hanno dimostrato che le reazioni nucleari ultrasoniche non producono scorie radioattive, e nemmeno radioattività residua, e questo risolverebbe il problema dei rifiuti pericolosi”.
Il professor Fabio CardoneSono almeno due i modi per usare al meglio l’energia così ottenuta. “La prima possibilità – spiega il professor Cardone – sarebbe allora di usare direttamente quest’energia per generare corrente elettrica, mediante alternatori con turbine mosse dal vapore acqueo ottenuto raffreddando i neutroni […] Un altro modo, forse migliore, è usarli per scatenare reazioni nucleari secondarie in opportuni materiali – quali l’acido borico che è anche molto comune – attraverso i quali la generazione di energia venga amplificata. In poche parole, usare i neutroni delle reazioni ultrasoniche come innesco per liberare quantità di energia sempre maggiori. Il massimo traguardo di un futuro prototipo industriale è produrre 3 kWh (chilowattora) di corrente elettrica per ogni kWh di corrente consumata, per generare gli ultrasuoni necessari alle reazioni”.
Tra le possibili applicazioni pratiche, la distruzione delle sostanze radioattive; trasformare sostanze inutili in sostanze utili, rare in natura; l’eventuale trasformazione di sostanze e tessuti dannosi per l’organismo umano in sostanze eliminabili dal metabolismo, attraverso le vie naturali. Una possibilità, questa, che farebbe fare un enorme salto qualitativo alla medicina mondiale.
Si conoscono anche i preventivi per realizzare questi progetti, e non costano poco. Pare, infatti, che ogni prototipo industriale possa costare non meno di 100 milioni di euro.
Insomma, il libro del professor Cardone è una vera miniera di informazioni e, non fosse altro che per informarsi sul futuro prossimo venturo, vale oggettivamente la pena di leggerlo.

“La Futura Energia – Dall’atomica alle reazioni nucleari ultrasoniche” di Fabio Cardone, Di Renzo Editore, Collana Arcobaleno, 142 pagine, ISBN 9788883233005, €14,00.     

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