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DAL NOSTRO LETTORE SPECIALE
(Il Giornale, Pubblicato Sabato 6 Dicembre 2008)
Lei,
lui, l'altro. È la storia di un triangolo amoroso, in tutti i suoi
risvolti possibili, ciò che Massimo Lazzari, scrittore esordiente dalle
profonde introspezioni psicologiche, ci propone nel suo primo romanzo “Centogiorni”,
pubblicato da Gammarò Editori di Sestri Levante. È molto probabile
che saranno in molti ad identificarsi con gli anonimi protagonisti di questo
libro. Perché Lazzari, per precisa scelta letteraria, non dà un
nome ad alcuno dei personaggi che rendono viva, e forse fin troppo vera, la
storia su cui ha costruito il suo racconto. Di per sé, la trama è
semplice. Fin dalle prime pagine ci troviamo nella casa di una qualunque coppia
di persone sposate. Lui è un uomo tranquillo, ama il suo lavoro e vede
come obiettivo della vita il benessere e l'affetto della sua famiglia.
Nel caso specifico della sua bella moglie. Bella sì, ma anche insoddisfatta.
Perché la signora in questione non riesce ad accontentarsi di un marito
che l'adora, di una vita agiata e di una casa immersa nel verde. Quell'ambiente
la opprime, anche se non se ne rende conto appieno. Cerca quindi la via di fuga,
l'avventura, la passione. E la trova quando, casualmente, una coppia di
conoscenti viene invitata a pranzo dal marito. L'uomo che le si para davanti
è un militare, alto e attraente. E poco importa se è sposato.
Lei lo vuole. Comincia così il solito eterno gioco del corteggiamento
nascosto, dei sotterfugi, dei baci rubati, del tradimento. Anche perché
l'oggetto del desiderio della signora, pur amando la moglie, sente che
quella è un'occasione da non lasciarsi scappare.
Lazzari è bravissimo a ricostruire i pensieri, i desideri e le angosce
più profonde che turbano i suoi personaggi. Questo, infatti, è
un romanzo dove il vero protagonista principale è il pensiero, non ciò
che viene detto. Lei scatena tutte le sue voglie represse, tutto il suo desiderio
di evasione dalla realtà quotidiana, cercando di conquistare l'uomo
dei suoi sogni. E lui, che capisce fino a che punto può spingersi con
lei, si lascia andare alle schermaglie della seduzione, accantonando in un angolo
della sua mente la pur adorata mogliettina, inconsapevole della passione che
travolge il consorte. E così assistiamo a sfrenate scene di sesso tra
i due amanti fedifraghi, che si lasciano completamente andare all'amore,
senza porsi alcun limite. Anche se, come lo stesso Lazzari si domanda descrivendo
le acrobatiche prestazioni dei due, non si capisce se facciano sesso per sesso,
o sesso per amore. Forse, si risponde l'autore, non è possibile
amore senza sesso o sesso senza amore.
Fatto sta che il marito di lei, per quanto tranquillo, non è uno stupido.
E un bel giorno la mette garbatamente alla porta, dicendole che in quella casa
non dovrà più tornare.
A quel punto la signora comincia a fare i conti con la realtà. Il suo
amante, infatti, ama godere delle sue grazie, ma a lasciare la moglie non ci
pensa neppure. L'antico concetto del “tengo famiglia” supera
la soddisfazione sessuale che l'amante, con tanta generosità, gli
regala. Ma lui è un militare, un ufficiale che deve tenere al pubblico
decoro, a parte le battaglie clandestine che combatte a letto. Come quando,
approfittando dell'assenza della moglie, si era portato a casa l'amante
impegnandosi con lei in un memorabile corpo a corpo stoppato, loro malgrado,
dall'anticipato arrivo della consorte che, pensate un po', aveva
la pretesa di rientrare nella propria casa perché fuori faceva freddo.
Insomma, la signora in cerca di avventure, scopre che la passione è una
cosa, la vita reale un'altra. E così rimedia un tetto provvisorio
presso un amico che, tra l'altro, vorrebbe anche lui diventarle un po'
più intimo, ma non lo fa proprio per la lunga amicizia che li lega da
anni. Insomma, manca il gusto della novità improvvisa, della spinta verso
il proibito.
In tutto questo, Massimo Lazzari, che tra l'altro di professione fa l'agente
immobiliare, dimostra un acume non indifferente nel mettere a nudo i pensieri
più nascosti dei protagonisti. E nel farlo, consciamente o inconsciamente,
è come se facesse l'occhiolino al lettore, quasi a voler dire:
“Anche tu ti sei trovato in situazioni come queste, non è vero?”.
Che ciò sia vero o meno, è difficile da dirsi. Certo è
che l'autore fa parlare ben poco i suoi personaggi. Tutti presi come sono
a pensare al comportamento da tenere per evitare danni, a come districarsi nelle
ardue situazioni interpersonali in cui si ritrovano a navigare, la parola, come
espressione verbale, viene relegata in secondo piano. Ognuno è troppo
preso a riflettere sul come cavarsela, sulle decisioni da prendere e sul godersi
i piaceri della vita sessuale senza pagarne il dazio, per perdere tempo in troppi
discorsi. Anche se, alla fine, i nodi vengono al pettine e si scopre, come sempre,
che la passione impone spesso un prezzo assai salato. Un prezzo che, volenti
o nolenti, poi si deve pagare.
“Centogiorni” di Massimo Lazzari, Gammarò Editori, 2008, pp. 183, ISBN 9788895010427, €14,00.
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