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Quando
l'editore Gianfranco De Ferrari
mi ha proposto di scrivere un libro sull'on.
Claudio Scajola, lì per lì sono rimasto un po' perplesso.
Scajola non è un personaggio comune. La prima considerazione che mi venne
in mente è che stavamo parlando dell'uomo politico più importante
della Liguria di inizio secolo, una personalità politica di rilievo nazionale
e internazionale, ma soprattutto un punto di riferimento per i moderati che
si riconoscono nel partito di Forza Italia. Inoltre, un uomo di carattere le
cui vicissitudini politiche hanno riempito le cronache dei giornali per anni.
In effetti, il libro fa parte della Collana Controtempo, interamente dedicata
ai personaggi illustri del mondo contemporaneo. Tra le altre, vi figurano anche
le biografie dell'ex sindaco e magistrato Adriano Sansa, dell'ex sindaco e uomo
politico Leoluca Orlando, del "prete da marciapiede" Don Gallo, del
campionissimo Fausto Coppi, della "signora della solidarietà"
Bianca Costa e del cardinale Tarcisio Bertone.
Di Scajola, e soprattutto di certi suoi errori, si è scritto moltissimo.
Nell'agone politico, i suoi avversari hanno avuto buon gioco a parlar male di
lui in merito a certe vicissitudini in cui, a volte per eccesso di fiducia,
si è trovato suo malgrado. E ha sempre pagato in prima persona i suoi
errori senza chiedere sconti a nessuno. I libri che lo attaccano, scritti spesso
per strizzare l'occhio alla sinistra, sono numerosi quanto scontati nelle loro
argomentazioni.
Insomma, per me scrivere di lui raccontando quello che il personaggio in realtà
è, con i suoi pregi e i suoi difetti, non sarebbe stata un'impresa facile.
Eppure, non fosse altro che per il piacere della sfida, ho accettato l'incarico
a patto che fossi completamente libero di organizzarmi come volevo e di scegliermi
in assoluta indipendenza la scaletta degli argomenti da trattare. E così
per oltre un anno ho speso tutto il mio tempo libero a studiarmi l'uomo, il
politico e tutto quello che ha fatto nel corso della sua vita dall'inizio fino
ad oggi. Più che dall'inizio, però, direi anche prima. Nel senso
che la storia di Claudio Scajola non può prescindere da
quella di suo padre Ferdinando, esiliato a Imperia dai fascisti e primo sindaco
democristiano del Dopoguerra, così come dal percorso politico del suo
fratello maggiore, Alessandro, a sua volta sindaco di Imperia per due mandati
e quindi parlamentare della Dc per due legislature.
Ma in quale contesto possiamo collocare la storia di Claudio Scajola? Per comprendere
il personaggio di cui stiamo parlando, è bene fare una piccola premessa
di carattere generale.
Erano diversi anni che l'Italia non affrontava un periodo così difficile.
Nel corso dei cinque anni (2001-2006) del primo governo di centrodestra, una
serie di trasformazioni economiche internazionali senza precedenti ha ridotto
al lumicino le potenzialità del Paese. Prima di tutto c'è stata
la rivoluzione dell'euro. Il passaggio dalle vecchie monete locali alla nuova
valuta è stato senza conseguenze per la quasi totalità delle nazioni
europee, ad eccezione di due: la Grecia e l'Italia. In questi due paesi, ma
soprattutto nel nostro, un liberismo assolutamente mal interpretato ha dato
l'avvio a speculazioni di ogni genere che nel corso di un paio d'anni hanno
fatto raddoppiare i prezzi. Beni decisamente più cari, quindi, ma con salari e pensioni allo stesso valore precedente. Come qualcuno ha fatto notare,
si è pagati in lire ma si spende in euro… Per cui ben presto il
caro vita ha provocato situazioni insostenibili che spesso sono degenerate nella
creazione di una nuova sacca di povertà e di un malcontento assai diffuso.
è stato soprattutto a causa di questa degenerazione monetaria, accompagnata
da un debito pubblico alle stelle e una crescita economica pari a zero, che
nell'aprile 2006, quando gli italiani sono tornati alle urne per eleggere il
nuovo governo, il centrodestra non è riuscito a ripetere l'exploit del
2001, quando riuscì a conquistare una larga maggioranza sia alla Camera
che al Senato. Questa volta, per uno scarto di poco inferiore ai 25 mila voti
(e quindi praticamente in condizioni di parità), l'Unione di Romano Prodi
riuscì a dare scacco al governo Berlusconi aggiudicandosi la vittoria.
Una delle personalità più illustri del governo di centrodestra
era senza dubbio il ministro delle Attività produttive, On. Claudio Scajola.
Nato a Imperia nel 1948, sposato e padre di due ragazzi, laureato in Giurisprudenza,
ex sindaco Dc della sua città e riconosciuto ottimo amministratore da
amici e nemici, Scajola è salito più volte alla ribalta della
cronaca per la sua avventurosa vita politica.
L'aggettivo non è affatto esagerato. Mentre era sindaco di Imperia,
nei primi anni Ottanta, scoppiò uno dei tanti scandali che periodicamente
colpiscono il casinò di Sanremo. Lui non c'entrava assolutamente
nulla
con quella storia, ma venne inquisito, arrestato e costretto a passare 71 giorni
nel carcere milanese di San Vittore, prima di poter tornare a casa.
Chiunque altro avrebbe continuato a ricoprire l'incarico di sindaco in
attesa che la sua posizione giudiziaria si chiarisse del tutto, ma non lui.
Non poteva sopportare l'idea di essere ingiustamente accusato di qualcosa
che non aveva fatto. E così diede le dimissioni e si ritirò a
vita privata. La giustizia ci mise cinque anni per riconoscere il proprio errore
e solo nel 1990 gli stessi giudici che avevano condotto l'inchiesta chiesero
il proscioglimento di Claudio Scajola da ogni accusa sostenendo che "il
fatto non sussiste". E fu soltanto allora che Scajola tornò a far
politica, si ripresentò alle amministrative, vinse e fu di nuovo sindaco.
La svolta venne nel 2000 quando, chiamato da Silvio Berlusconi a riorganizzare
Forza Italia, fece diventare il partito quella "macchina da guerra"
che l'anno successivo si guadagnò il favore degli italiani e portò
alla creazione del primo governo di centrodestra del nuovo secolo.
Claudio Scajola divenne così Ministro dell'Interno, un incarico
con cui dovette affrontare le conseguenze globali dell'attentato alle
Twin Towers di New York e uno degli impegni più onerosi sul piano internazionale
per il nuovo Governo: il G8 di Genova. Sappiamo tutti come andarono le cose
dal 20 al 22 luglio del 2001 ,quando migliaia di no global organizzati devastarono
il capoluogo ligure in una razionale follia distruttiva che solo a stento venne
frenata dalle forze dell'ordine. In effetti, il Governo si adoperò
per venire incontro alle esigenze dei contestatori pacifici, ma ben poco si
venne a sapere di quelle iniziative. E tutto comunque degenerò quando
un ragazzo, Carlo Giuliani, venne accidentalmente ucciso da un carabiniere che
si trovava a bordo di una camionetta presa d'assalto dai dimostranti in
piazza Alimonda.
Il coro di accuse che travolse il ministro Scajola e il governo Berlusconi fu
davvero interminabile. Quasi quasi sembrava che in quella drammatica circostanza
fossero state le forze dell'ordine ad attaccare i dimostranti e non il
contrario.
Anche quando i riflettori si spensero sul G8, lasciando strascichi giudiziari
che sono ancora in essere nei riguardi di poliziotti accusati di violenze nella
scuola Pertini di Genova, un'altra tegola cadeva sul ministro Scajola:
il caso Biagi.
In sintesi, si trattava delle richieste presentate dal professor Marco Biagi
per godere di scorte di polizia. Biagi, giuslavorista e docente presso l'Università
di Modena, collaborava con il governo Berlusconi per il quale stava mettendo
a punto una riforma del mercato del lavoro.
Il professore, memore di quanto era accaduto prima di lui ad altri docenti che
avevano collaborato con il governo, temeva per la propria vita a causa di minacce
ricevute dai terroristi delle Brigate Rosse. Proprio in quei giorni, però,
il ministro Scajola stava studiando una razionalizzazione del servizio scorte,
visto che in tutta Italia circa 3000 persone usufruivano di questo servizio
a vario titolo. Anche se quelle ufficialmente comunicate al ministero non erano
più di 300.
Insomma, i Comitati provinciali per la sicurezza cominciarono a prendere in
esame tutti i casi e nessuno di loro volle rinnovare le scorte al professor
Biagi durante i suoi spostamenti in Italia. Queste decisioni nulla avevano a
che fare direttamente con il ministro, il quale ne era di fatto estraneo. Ma
quando il professor Biagi venne davvero ucciso dalle Brigate Rosse nel corso
di un agguato sotto casa a Bologna, tutta la stampa se la prese subito con Scajola.
Sembrava che la protesta ad un certo punto rientrasse, se non ché durante una
cena a Cipro, in presenza di due giornalisti, Scajola si lasciò scappare un'espressione
infelice sul docente ucciso e l'effetto fu disastroso. Più tardi il ministro
cercò di spiegare il perché della sua gaffe, dovuta più che altro al gergo colloquiale
di quel preciso momento, ma era troppo tardi. E così preferì presentare le sue
dimissioni.
Successivamente Scajola tornò al Governo con l'incarico di ministro
per l'Attuazione del Programma e ministro per le Attività produttive.
Incarico, questo, che mantenne fino al maggio del 2006 quando il governo Berlusconi
dovette cedere il testimone alla compagine di Romano Prodi.
Ed è proprio tutta la storia di Claudio Scajola, e di riflesso quella
del centrodestra italiano rilanciato da Silvio Berlusconi, che affronta il libro
"Oltre l'orizzonte, dal passato al futuro nell'avventura politica
di Claudio Scajola", pubblicato nel settembre del 2006 dall'editore
De Ferrari di Genova. In pratica un saggio tra cronaca e storia (con prefazione
di Gianni Baget Bozzo, che ringrazio per questo), che ha la presunzione di raccontare
come sono andate realmente le vicende di Claudio Scajola nel corso della sua
lunga avventura politica.
Un'avventura comunque ben lungi dall'essere terminata in quanto
non solo Scajola è stato rieletto in Parlamento e nel luglio successivo
è stato nominato (all'unanimità da maggioranza e opposizione)
presidente della Commissione parlamentare per il controllo sui servizi segreti
(Copaco), ma egli stesso è diventato un punto di riferimento per l'ala
moderata di Forza Italia che si contrappone a quella più aziendalista
di Marcello Dell'Utri. è presto per dire chi vincerà la
tenzone, ma è significativo che lo sforzo politico del parlamentare ligure
sia già indirizzato, appunto, oltre l'orizzonte. Oltre, cioè,
l'attuale situazione intricata che vede centrosinistra e centrodestra
l'uno contro l'altro, praticamente allo stesso livello. Lo sforzo
del libro è proprio quello di spiegare la situazione affinché
ogni lettore possa valutare ed arrivare alle proprie conclusioni. Del resto
il futuro, anche a breve, ci offrirà numerosi spunti per discutere e
ragionare su quanto potrà accadere nel nostro Paese.
Il libro è stato presentato lunedì 20 novembre 2006 alle 18, presso Villa Spinola (via Corridoni, 5) di Genova e i relatori, insieme a me, erano il professor Piergiorgio Alberti, docente dell'Università di Genova; il dottor Giovanni Berneschi, presidente della Banca Carige; il politologo Don Gianni Baget Bozzo; il professor Giovanni Novi, presidente dell'Autorità Portuale di Genova; il professor Bruno Orsini, ex parlamentare ed ex Sottosegretario alla Sanità; l'ingegner Davide Viziano, presidente del Gruppo Viziano. Ha inoltre partecipato lo stesso onorevole Claudio Scajola, presidente del Copaco. A moderare l'incontro è stato il giornalista Mario Paternostro, direttore della rete televisiva Primocanale.
Dopo le elezioni politiche dell'aprile 2008, stravinte dal centrodestra, l'On. Claudio Scajola è stato fino al 4 maggio 2010 Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo formato da Silvio Berlusconi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dettagli del libro:
Copertina flessibile: 288 pagine
Editore: De Ferrari
Collana: Controtempo
Data di pubblicazione: Giugno 2006
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8871727339
ISBN-13: 9788871727332
Prezzo di listino: €16,00
PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO (si può utilizzare Adobe® Reader®)
Recensioni:
Data: Venerdì 27 Ottobre 2006, 16:23
(ANSA) - GENOVA, 27 OTT - 'Oltre l'orizzonte - Dal passato
al futuro nell'avventura politica di Claudio Scajola' è il nuovo volume
scritto dal giornalista Rino Di Stefano, pubblicato da De Ferrari Editore,
di Genova, per la collana Controtempo (286 pagine, 16 Euro) che ripercorre
le tappe della carriera dell'esponente politico ligure.
Da sindaco di Imperia a tre volte ministro della Repubblica, da mente
organizzatrice di Forza Italia all'attuale presidenza del Comitato Parlamentare
di Controllo sui Servizi Segreti: è il percorso intercalato da periodi
difficili come il carcere ingiusto, le polemiche sul G8 di Genova e il
caso Biagi, che ha contraddistinto la vita pubblica dell'onorevole Claudio
Scajola.
Il libro di Di Stefano racconta passo passo tutti gli eventi della vita
pubblica dell'onorevole Scajola fino ad oggi, tracciando uno spaccato
della società italiana di questi anni e conclude prospettando il suo impegno
per il futuro, quale punto di riferimento dei moderati di Forza Italia.
Rino Di Stefano, attualmente caposervizio presso la redazione genovese
del quotidiano nazionale «Il Giornale», ha già pubblicato per i tipi della
De Ferrari «Soluzione Virale» e «Mia cara Marion - Dal carcere alla Repubblica:
gli anni bui di Sandro Pertini nelle lettere alla sorella».(ANSA).
AN/LOR
27-OTT-06 16:23 NNN
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