Questo sito web utilizza cookie tecnici e analitici, utilizzando misure a NON identificare l'utente e per fornire una migliore esperienza di navigazione. Continuando a utilizzare questo sito web senza modificare le impostazioni dei cookie, o cliccando su "Chiudi", permetti il loro utilizzo. Per maggiori informazioni, leggere l'Informativa sulla Privacy.

Chiudi
 

Segnaletica ingannevole:
un mare di multe
sulla SS45 Genova-Piacenza

Ogni anno incassi in aumento per i Comuni che si affacciano sulla strada

di Rino Di Stefano

(RinoDiStefano.com, pubblicato Domenica 9 Dicembre 2012)

Un tratto della SS45Oltre alle ingenti tasse che stanno strozzando le capacità economiche degli italiani, ce ne sono altre che ci tocca pagare per la "furbizia" di certi piccoli Comuni. Mi riferisco alla trovata di mettere autovelox sulle strade statali di maggior percorrenza, non indicando nel modo dovuto i limiti di velocità da rispettare. Il modo è quanto mai subdolo: la segnaletica stradale, invece di essere chiara e lampante, viene collocata con alcune carenze e "distrazioni" che non rendono evidente per l'automobilista di passaggio il limite di velocità da rispettare. Basta poco: un cartello mancante, oppure una distanza esagerata da un cartello all'altro. Quanto basta, appunto, per indurre in errore il malcapitato di turno che, in questo modo, si vede arrivare a casa una costosa sanzione, oltre alla perdita di punti sulla patente. Un esempio di questo stato di cose è quanto avviene sulla SS45 che collega Genova a Piacenza. Soprattutto nel primo tratto, cioè quello tra Genova e Torriglia (e viceversa) le multe fioccano con una tale intensità che l'alto numero di sanzioni non è neppure gestibile (per mancanza di personale) dalle stesse amministrazioni comunali, il cui territorio si affaccia sulla SS45. Tanto che gli stessi Comuni hanno affidato ad una società esterna, la Sarida srl di Sestri Levante, il compito di gestire tutte le pratiche e riscuotere i relativi importi. Di conseguenza, il lavoro di questa società viene pagato con una parte degli introiti così ottenuti. Il risultato è che ogni anno i suddetti Comuni possono così contare su cospicui incassi extra che vanno ad aiutare il loro magro bilancio. E a pagare, come è ovvio, sono gli automobilisti che per disgrazia si trovano a transitare in quella zona. Per certi versi, è come se si dovesse pagare l'antico pedaggio stradale che i Comuni imponevano nel Medioevo.
Tuttavia, prima di poter affermare con assoluta certezza che questo è quanto sta realmente avvenendo, è necessario che sia l'autorità costituita ad accertarlo. Ed è per questo che in data 26 novembre 2012 ho inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova, nel quale ho spiegato le ragioni del mio dubbio.
Ma quali sono i motivi che hanno determinato il mio esposto? Soprattutto certe cose che si vedono transitando su quella strada. Per esempio, prendiamo in esame il tratto di SS45 di competenza del Comune di Bargagli. Parlando con un funzionario della locale civica amministrazione, ho saputo che lungo tutto quel percorso, il limite di velocità è di 50 km/h. Tuttavia, per ben due volte, sempre in quel tratto, ci sono due cartelli che rivelano la fine del limite di 50 km/h. Bene, ma subito dopo quei cartelli, qual è il nuovo limite di velocità? Non si sa, né si può sapere, in quanto non appaiono altri cartelli. Per cui, se lo sprovveduto automobilista di turno si trova a superare il limite dei 50 km/h credendo di trovarsi in un tratto dove il limite sia diventato di 70 km/h, anche perché spesso sono rettilinei fuori dai centri abitati, l'autovelox lo inchioda e gli fa mandare la multa a casa.
Altre anomalie si riscontrano nel percorso inverso, cioè scendendo da Torriglia verso Genova, nel tratto di competenza del Comune di Davagna. In questo caso, all'altezza di alcune curve, viene segnalato il limite di 30 km/h. Essendo spesso curve con un margine di rischio, ci può anche stare. Ma subito dopo la curva, non si vedono più nuovi cartelli che indichino il nuovo limite di velocità. Ci si trova, invece, di fronte ad altri cartelli che rivelano un controllo elettronico della velocità su quella strada. D'accordo, è giusto controllare elettronicamente, ma qual è il nuovo limite, dopo i 30 km/h della curva? Questo non è dato sapere, per cui l'automobilista deve affidarsi al suo buon senso, sperando di non incappare, pur con tutta la buona volontà possibile, in qualche tranello elettronico. Ed è quello che spesso, fin troppo spesso, succede. Finisce che l'automobilista, non avendo voglia di perdere il proprio tempo davanti ad un giudice di pace o facendo ricorso in Prefettura (tanto più che l'importo della multa raddoppia nel giro di poco tempo), alla fine paga e non ci pensa più. Ed è proprio su questo atteggiamento che contano i Comuni che emettono le multe, ovunque in Italia. Ma è giusto tutto questo? E' giusto che amministrazioni comunali con il bilancio asfittico possano incrementare gli incassi a spese degli automobilisti di passaggio? Non bastano tutte le spese che già ci sono per chiunque si trovi al Un tratto della SS45volante della propria auto? Il costo dei carburanti, la tassa di proprietà, le assicurazioni sempre più costose, il cambio dei pneumatici, i pedaggi autostradali e chissà quante altre cose ancora. No, adesso dobbiamo anche pensare ad offrire un obolo forzoso a Comuni sconosciuti che cercano in tutti i modi di carpire i nostri soldi.
La morale di tutto questo è che è sacrosanto rispettare i limiti di velocità e di guidare secondo le norme del Codice della Strada e del buon senso. Troppe persone ogni anno lasciano la propria vita sull'asfalto, a volte per disattenzione o negligenza. Ed è dunque giustissimo punire coloro che non intendono sottostare a queste semplici regole del vivere civile. Ma da qui a organizzare trappole elettroniche che colpiscono indiscriminatamente automobilisti corretti e scorretti, cercando palesemente di confonderne l'attenzione, ce ne passa. Le sanzioni comminate per motivi pretestuosi sono un vero e proprio furto legalizzato che non può essere giustificato a nessun livello. Neppure con la scusa, abusata e desueta, di controllare la sicurezza del traffico stradale.

PDF IconRICEVUTE DEL PAGAMENTO DELLE MULTE A BARGAGLI E DAVAGNA [PDF – 283 KB]
(si può utilizzare Adobe® Reader®)

© RIPRODUZIONE RISERVATA – I siti web, blog, social media, giornali, riviste, trasmissioni televisive o radio, che desiderano servirsi dei contenuti di questo articolo per la diffusione pubblica, DEVONO CITARE IL SITO WEB RINODISTEFANO.COM COME FONTE.

Articolo precedenteIndiceArticolo successivo

PDF IconSalva come PDF

HomeInizio paginaIndietro

I miei libri | I miei articoli | Eventi & News | Rubrica Letteraria | Multimedia
Documenti | Facebook | Twitter | YouTube | Instagram | Contatti

© 2001-2024 Rino Di Stefano – Vietata la riproduzione, anche parziale, senza esplicita autorizzazione
Informativa sul CopyrightInformativa sulla Privacy

Protected by Copyscape