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DAL NOSTRO LETTORE SPECIALE

Quei brigatisti
che erano sempre
in prima fila a Messa

di Rino Di Stefano

(Il Giornale, Pubblicato Domenica 30 Agosto 2009)

Dalla croce alla stella, Novembre 1969: i fondatori delle Brigate Rosse nei locali della Curia VescovileTutte le domeniche andavano in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Si confessavano, seguivano i riti comandati e partecipavano attivamente alla vita sociale della parrocchia. Poi, un bel giorno, decisero che fede, speranza e carità non erano più sufficienti per poter vivere nella società moderna. Ci voleva qualcosa di più consistente, di più pesante. E fu così che nel 1969 i ragazzi dell’Azione Cattolica di Chiavari decisero che era venuto il momento di mandare in soffitta la preghiera e di passare invece alla lotta armata. Si riunirono con altri compagni provenienti dalle Università di Trento e Milano e buttarono giù un documento (il celebre “libretto”, riportato per intero nel libro) che, di fatto, costituiva il manifesto politico di un’organizzazione clandestina che da quel momento in poi sarebbe passata alla cronaca e alla storia come Brigate Rosse.
E’ questo, in sintesi, il significato del libro “Dalla croce alla stella”, sottotitolo “Novembre 1969: i fondatori delle Brigate Rosse nei locali della Curia Vescovile”, scritto a quattro mani dai giornalisti liguri Maria Vittoria Cascino e Lorenzo Podestà, pubblicato da Bradipolibri Editore srl di Torino.
Fino ad oggi si pensava che il fenomeno brigatista fosse nato in Emilia, dove un gruppo di intellettuali di estrema sinistra avrebbe appunto dato vita ad un movimento clandestino e sanguinario in grado di “guidare le masse verso la rivoluzione”.  Ma le cose non stanno così. E lo dimostrano ampiamente Cascino e Podestà che, avvalendosi anche degli Atti Parlamentari che riferiscono su questo argomento (Parlamento italiano. Legislatura VIII – Disegni di Legge e Relazioni – Documenti: “Notizie sul Convegno di Stella Maris a Chiavari e suoi successivi sviluppi che in Liguria si sono registrati sul fenomeno dell’eversione” ), raccontano di una riunione cui parteciparono coloro che da lì a poco sarebbero diventati la direzione strategica delle Brigate Rosse. Secondo gli Atti Parlamentari, quel convegno avvenne nei locali dell’albergo Stella Maris di corso Enrico Millo, a Chiavari, di proprietà della Curia Vescovile. Ovviamente nessuno in Curia poteva neanche lontanamente immaginare che cosa sarebbe accaduto in quella riunione. Tutto quello che si sapeva era che vi partecipavano giovani cattolici del dissenso, una definizione assai vaga che include ragazzi di fede cattolica impegnati nel sociale e, per questo, in disaccordo con l’autorità costituita.
La data, stando ai documenti ufficiali, va dall’1 al 4 novembre 1969 e vi parteciparono Renato Curcio, allora ventisettenne, e la moglie Margherita “Mara” Cagol (allora delegato del Collettivo Politico Metropolitano, poi morta in uno scontro a fuoco con i carabinieri), Mario Moretti e ragazzi del Movimento Studentesco, di Azione Cattolica, di Gioventù Studentesca e di Potere Operaio.
Non si sa da chi esattamente venne organizzato il convegno. Interpellato dagli autori su questo tema, Monsignor Alberto Tanasini, attuale Vescovo di Chiavari, non è stato in grado di fornire ulteriori spiegazioni in quanto l’archivio diocesano è in fase di riordino. Si presume, però, che l’input sia partito dai giovani di Chiavari, i quali avrebbero chiesto alla Curia la disponibilità dei locali. E non c’era ragione per non accordarglieli. Del resto, come spiegò Monsignor Luigi Maverna, a quel tempo amministratore apostolico della Diocesi di Chiavari, nulla lasciava sospettare quanto si stava preparando. “Ho trovato in diocesi giovani aperti, pronti a a recepire, pronti alla discussione – disse il prelato – Vi sono state, è vero, alcune intemperanze, ma non è un po’ dei giovani l’intemperanza? A me pare un’ottima gioventù, può essere guidata (ma non in senso stretto) verso il bene”.
Il problema è che ciò che era bene per la Chiesa, e per la società in generale, non lo era altrettanto per i giovani che si erano riuniti allo Stella Maris. Secondo l’avvocato Massimo Mallucci, classe 1950, simpatie cattolico-lefevriane, attuale segretario nazionale di Alleanza Monarchica Stella e Corona, una delle poche persone che hanno avuto il fegato di rendere agli autori la propria testimonianza di quanto accadde in quel periodo, “allora in Gioventù Studentesca si faceva propaganda per il Psiup, Partito socialista italiano per l’unità proletaria”. Non solo. Gli aderenti, tutti di buona famiglia, combattevano l’istituzione della famiglia borghese. “Gioventù Studentesca – accusa Mallucci – ha sempre avuto contenuti antiborghesi, ed è sempre stata collocata su posizioni estremiste. La sua collocazione rispetto alla sinistra italiana è sempre stata molto equivoca. Puntava ad un integralismo che non era religioso, ma di gruppo. Una comunità completamente assorbente, totalizzante e sostitutiva della famiglia”.
Insomma, quel dissenso che don Enzo Mazzi, nella prefazione al libro, definisce “come l’anima della vita, della storia e non ultimo della fede”, si stava ritorcendo contro chi lo accettava come spontanea manifestazione giovanile. Non è quindi un caso che don Pino De Bernardis, direttore dell’Ufficio scuola, educazione, cultura della Curia di Chiavari, nonché fondatore nel 1964 di Gioventù Studentesca a Chiavari, nel 1993 rilasciasse un’intervista al settimanale Epoca, negando che il convegno allo Stella Maris fosse mai avvenuto. “E’ un falso storico – affermò – Non c’è mai stato nessun convegno in quel novembre del ’69. Curcio era ospite con il suo gruppo nell’albergo Stella Maris, adiacente a Casa Marchesani”. E forse non è un caso che, ancora oggi, non vi sia “nessuna traccia stampata dell’incontro allo Stella Maris; nessuna fuga di notizie sugli attori del convegno. Niente di niente”.
Comunque sia, il libro di Maria Vittoria Cascino e Lorenzo Podestà resta un documento storico di grandissimo interesse per chi vuole cercare di capire quell’incredibile fase di transizione che portò ad uno dei periodi più sanguinosi del dopoguerra italiano: gli Anni di Piombo.

“Dalla croce alla stella, Novembre 1969: i fondatori delle Brigate Rosse nei locali della Curia Vescovile” di Maria Vittoria Cascino e Lorenzo Podestà. Prefazione di don Enzo Mazzi. Bradipolibri Editore srl, 2009, pp. 152, ISBN 9788896184127, €13,00.

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