Questo sito web utilizza cookie tecnici e analitici, utilizzando misure a NON identificare l'utente e per fornire una migliore esperienza di navigazione. Continuando a utilizzare questo sito web senza modificare le impostazioni dei cookie, o cliccando su "Chiudi", permetti il loro utilizzo. Per maggiori informazioni, leggere l'Informativa sulla Privacy.

Chiudi
 

O.K. Corral:
Quando la politica si faceva a pistolettate

di Rino Di Stefano

Change Language / Cambia Lingua: English - Italiano

(Il Giornale, Pubblicato Martedì 6 Agosto 1996)

Tombstone nel 1881

Ve l'immaginate il democratico Bill Clinton vestito da cowboy sfidare a duello l'attempato Bob Dole, suo avversario alle prossime presidenziali di novembre? La scena fa un po' sorridere e ricorda quelle vignette che di tanto in tanto appaiono sulle riviste per prendere in giro il presidente degli Stati Uniti. Satira a parte, in America c'è stato un tempo in cui il conflitto di interessi tra democratici e repubblicani spesso si risolveva davvero con la pistola alla mano. L'esempio più famoso di questo «stile politico» è quello passato alla storia come «la sfida all'O.K. Corral» . Hollywood ci ha tramandato l'epica sparatoria in ben sedici film, il primo dei quali fu «Sfida infernale» di John Ford, nel 1946, interpretato da un magistrale Henry Fonda. In tempi più recenti il duello ci è stato riproposto nel 1993 con «0Tombstone» interpretato da Kurt Russel e nel 1994 con «Wyatt Earp» interpretato da Kevin Costner. Nessuno di questi film, però , ha mai detto con chiarezza che il celebre showdown  fu dovuto al contrasto tra democratici e repubblicani per il controllo della ricca città mineraria di Tombstone. I fratelli Earp erano i campioni dei repubblicani che li sostenevano con uno dei due quotidiani locali, «The Tombstone Epitaph» . I democratici, invece, supportati soprattutto dai numerosi cowboy della zona, svolgevano la loro azione di disturbo nei riguardi degli Earp avvalendosi del «The Daily Nugget» .

Ma come andarono realmente le cose? Fu davvero un duello tra «buoni e cattivi» ? Una risposta ci viene dagli atti giudiziari relativi all'inchiesta che venne aperta dal giudice Well Spicer del tribunale di Tombstone. Atti che ancora oggi sono conservati negli archivi dell'Arizona Historical Society e dell'University of Arizona, a Tucson. Per aprire una finestra su quell'avvenimento è necessario fare un salto indietro di 115 anni e risalire a un freddo pomeriggio d'autunno sull'altopiano di Tombstone, nel Sud-Est dell'Arizona.

L'aria, infatti, era frizzante quel mercoledì 26 ottobre 1881 quando verso le 14,30 quattro uomini armati di tutto punto si incamminarono con passo deciso lungo Freemont Street, diretti verso l'ingresso posteriore dell'O.K. Corral, il recinto dei cavalli. Del gruppo facevano parte i tre fratelli Earp e Doc Holliday. Alti tra un metro e ottanta e un metro e ottantacinque, corporatura snella, occhi chiari, capelli biondo scuro e baffi spioventi, fisicamente Virgil, Wyatt e Morgan Earp si somigliavano molto. Erano anche vestiti allo stesso modo: completo nero con giacca a tre quarti, panciotto, camicia bianca con fiocchetto e cappello, anch'esso nero, a larghe tese. Doc Holliday, la cui statura equivaleva quella degli Earp, anche se era visibilmente più magro, portava un cappello a bombetta che lasciava intravedere i capelli castani striati di grigio; i suoi baffi si accompagnavano a un aristocratico pizzetto e sulla giacca indossava un lungo pastrano grigio che gli arrivava alle ginocchia.

Wyatt EarpSul petto di Virgil Walter Earp, 38 anni, brillava la stella di sceriffo della città di Tombstone. I suoi fratelli Wyatt Berry Stapp  Earp, 33 anni, e Morgan S. Earp, 30 anni, erano stati appena nominati suoi vice pro tempore insieme a John Henry «Doc» Holliday, 30 anni, per far fronte alla minaccia di cinque cowboys che scorrazzavano armati per la città . Gli stessi che in quel momento si trovavano appunto nei pressi dell'O.K. Corral.

Il contenzioso risaliva al dicembre 1879 quando gli Earp si erano trasferiti a Tombstone con mogli, amici e masserizie. Tra l'altro c'era un quarto fratello, James, 40 anni, che però non si fece mai coinvolgere negli affari dei suoi consanguinei. Uomini di legge e giocatori d'azzardo quasi per vocazione, gli Earp si portavano dietro una fama non proprio cristallina. Solo Virgil, veterano della Guerra Civile, ed ex sceriffo federale, si era guadagnato una reputazione in tutte le città dove aveva lavorato. Wyatt, che a Tombstone divenne comproprietario dell'Oriental Saloon, più che altro incuteva timore. Ex sceriffo di Dodge City, era noto per la velocità con la pistola, per la spregiudicatezza e le poco raccomandabili amicizie.

Un suo amico per la pelle era appunto Doc Holliday che a Dodge City gli aveva anche salvato la vita mandando al Creatore tre cowboys in un saloon. Holliday, che a Tombstone conviveva con l'ungherese Kate «Big Nose» Elder, una virago maitresse del bordello «The Golden Gage» , (La Gabbia Dorata), veniva da una famiglia benestante di Valdosta, in Georgia, e nel 1872 si era laureato medico dentista presso il Pennsylvania College of Dental Surgery di Philadelphia. Fu poco dopo la laurea che scoprì di avere la tubercolosi, una malattia che a quell'epoca non perdonava. Per cui, sapendo di essere condannato, lasciò perdere professione e buoni sentimenti per mettersi a girovagare nel West passando buona parte del suo tempo al tavolo da gioco tra prostitute e lestofanti di ogni tipo. Le sue mani, raccontava But Masterson, un pistolero che gli era amico e che concluse la sua carriera a New York come giornalista, erano lunghe e affusolate, quasi femminili. Mani abilissime nelle carte ma anche a maneggiare la pistola visto che lo stesso Wyatt Earp ammetteva che Doc era più veloce di lui. Entrambi, tra l'altro, disprezzavano i cowboys e ciò che essi rappresentavano: il disordine, la mancanza di regole, la prepotenza di chi risolve tutto a colpi di pistola. E a Tombstone i cowboys la facevano da padroni, terrorizzando i residenti con continue sparatorie a ogni ora del giorno e della notte, fino a quando non arrivarono gli Earp con il loro seguito. I cowboys, sostenitori di quello stile da frontiera che ancora adesso è radicato nella mente di molti americani, erano appunto il nerbo del Partito Democratico a Tombstone. Tra l'altro, per distinguersi, usavano portare una fascia di stoffa rossa annodata intorno alla vita.

Furono i notabili di Tombstone, e cioè coloro che volevano civilizzare la città rendendola più Doc Holliday vivibile, ad appuntare la stella di sceriffo sul petto di Virgil Earp pregandolo di «fare pulizia». Tanto è vero che il primo provvedimento del neo assunto fu quello di vietare l'uso delle armi all'interno dei confini cittadini. Un'ordinanza, questa, che provocò non pochi malumori e che venne fatta rispettare con i metodi propri degli Earp: chi contravveniva era malmenato sul posto, condotto davanti al giudice e multato. Le armi, inoltre, gli venivano sequestrate.

Il fatto è che alle elezioni per la carica di sceriffo della Cochise County, in pratica la «provincia» di cui Tombstone faceva parte, i voti dei cowboys fecero eleggere Johnny Bean, un uomo che ce l'aveva a morte con gli Earp per diverse ragioni. Tanto per cominciare, Bean era un democratico e poi quel «bellone» di Wyatt Earp gli aveva anche portato via la donna. Infatti quando arrivò a Tombstone, Wyatt era accompagnato da Celia Ann «Mattie» Blaylock, che lui presentava come sua seconda moglie. Un bel giorno, però , incontrò Josephine Sarah «Josie» Marcus, una brunetta molto graziosa, poco più che ventenne, appartenente ad una agiata famiglia ebrea di San Francisco. Josie, approdata a Tombstone come ballerina della troupe teatrale itinerante «Pinafore On Wheels» , (letteralmente «Scamiciato su ruote» ), fino a quel momento era stata l'amante e la convivente di Bean. Fu il classico colpo di fulmine: i due abbandonarono i rispettivi partner e si misero insieme. Bean cercò di reagire alle corna complottando contro gli Earp. Mattie, invece, finira per suicidarsi nel 1888 in un bordello di Pinal, sempre in Arizona.

Ma torniamo all'O.K. Corral e vediamo come andarono realmente i fatti. Anche perché la sparatoria ebbe diversi testimoni oculari.

Gli Earp e Holliday erano armati di pistole Colt ad azione singola «Peacemaker» calibro 45, e cioè una rivoltella il cui percussore deve essere sollevato manualmente per poter sparare. Quella di Holliday era completamente nichelata con l'impugnatura in avorio. Avendo appena subito una crisi ematica, il georgiano si portava appresso un bastone di sostegno. Poco prima di arrivare all'O.K. Corral, lo passò a Virgil da cui si fece dare una doppietta caricata a pallettoni che nascose sotto il pastrano. Virgil aveva prelevato il fucile nell'ufficio della Wells Fargo, la compagnia che gestiva le diligenze.

Quando arrivarono all'incrocio con la Fourth Street, finalmente li videro. William Harrison «Billy» Clanton, 19 anni, teneva con la sinistra le redini del proprio cavallo e parlava con lo sceriffo Bean. Nel gruppo c'erano anche William «Billy the Kid» Claibourne, 21 anni, i fratelli Robert «Frank» e Thomas Clark «Tom» McLaury, rispettivamente di 33 e 28 anni, e Joseph Isaak «Ike» Clanton, 34 anni, il più agitato dei quattro che nelle ultime ventiquattr'ore aveva passato il tempo ubriacandosi e minacciando pubblicamente gli Earp e Holliday. Adesso, vedendoseli venire incontro con le pistole in pugno (solo Virgil l'aveva ancora nella fondina) Bean e i suoi si resero conto che le cose si stavano mettendo male.

Virgil EarpA prendere l'iniziativa fu lo stesso Bean, che si diresse verso gli Earp cercando di evitare la sparatoria. «Signori - disse - Io sono lo sceriffo della Contea e non voglio guai. Riponete le vostre armi e anche gli altri faranno lo stesso» .

«La legge è chiara - rispose Virgil - Io sono lo sceriffo di questa città e vado a disarmarli» .

Rendendosi conto che non c'era più nulla da fare, Bean li lasciò passare e si cercò un rifugio sicuro. I due gruppi erano esattamente uno di fronte all'altro, tanto vicini da potersi toccare, quando Virgil intimò : «Siamo venuti qui per disarmarvi e per arrestarvi. Alzate le mani…voglio le vostre armi» .

«Non sparate, io non voglio combattere » , rispose di rimando Tom McLaury aprendo la giacca per far vedere che era disarmato.

«Voi, figli di puttana, volevate sfidarci e adesso potete farlo» , urlò Morgan alzando la canna della pistola.

«Tu, gran figlio di puttana, adesso puoi combattere» , rincarò la dose Wyatt premendo la sua sei colpi contro lo stomaco di Ike Clanton.

Fu a quel punto che scoppiò il finimondo. Pare che Frank McLaury facesse un movimento brusco, come per tirar fuori la sua Colt. Holliday, che era più veloce di un gatto, se ne accorse e fece fuoco. E la sparatoria divenne generale. Una pistola, che poi qualcuno fece sparire, apparve pure nella mano di Tom.

«Un momento, non è questo quello che volevo…» , fece appena in tempo a dire Virgil. Ma mise anch'egli mano alla Colt quando il fratello Morgan cadde per terra colpito alla spalla destra. Due cowboys si sottrassero allo scontro fuggendo. Il primo fu Claibourne che, dandosela a gambe, ebbe anche i pantaloni forati da una pallottola. Clanton, invece, diede una spallata a Wyatt e riuscì a infilarsi in uno studio fotografico mentre sentiva il sibilo delle pallottole che gli passavano accanto. Il «ka boom» della doppietta di Holliday mise fine alla vita di Tom McLaury e a trenta secondi di fuoco infernale. Nella polvere, bagnati dal loro stesso sangue, erano rimasti anche Frank McLaury e Billy Clanton che morirà un'ora dopo nel retrobottega di un negozio. Negli spasimi dell'agonia continuava a ripetere. «Datemi altre cartucce…» . Hollywood non ce l'ha mai detto, ma tutte quelle pallottole vaganti uccisero pure i due cavalli dietro i quali i cowboys avevano cercato riparo.

Anche Virgil, dopo Morgan, venne ferito alla gamba destra. Una pallottola inoltre colpì di striscio il cinturone di Holliday provocandogli un graffio di due centimetri sul fianco destro. Wyatt era incolume. Ed era in piedi, con la pistola ancora fumante, quando la sua Josie corse tremante ad abbracciarlo. In quel mentre, livido di rabbia, arrivò lo sceriffo Bean.«Siete tutti in arresto per omicidio» , sbraitò . «Nemmeno se tu fossi Dio Onnipotente oggi potresti arrestarmi» , gli rispose gelido Wyatt Earp guardandolo dritto negli occhi. E lo lasciò lì , fermo e impotente, mentre con l'aiuto di alcuni amici fece trasportare i fratelli sotto scorta nelle rispettive case.

I fratelli Earp si resero conto che per loro l'aria si era fatta pesante quando videro la folla che partecipò ai funerali dei tre morti dell'O.K. Corral. Centinaia di persone (le cronache parlano di oltre quattrocento) accompagnarono i feretri, con la banda in testa, al cimitero di Boot Hill, la celebre « Collina degli Stivali» . E sulle tombe lo sceriffo Bean pose una lapide in legno dove si diceva che i tre «erano stati assassinati nelle strade di Tombstone» .

Gli Earp e Holliday  finirono dunque davanti al giudice Wells Spicer che ascoltò tutti i testimoni della sparatoria. Durante l'istruttoria Clanton e Claibourne testimoniarono contro gli Earp, ma il loro destino era comunque segnato.

 Il 14 novembre 1892 Billy Claibourne ebbe l'infelice idea di provocare il barista «Buckskin» Morgan Earp Frank Leslie e si buscò una pallottola in fronte.

Ike Clanton, continuando a razziare bestiame, il primo giugno 1897 venne affrontato e ucciso dal detective J. V. Brighton che insieme allo sceriffo Miller gli stava dando la caccia con un mandato di cattura spiccato a suo nome.

Tornando all'inchiesta, Wyatt e Doc furono anche arrestati. Poi, il primo dicembre 1981, la sentenza assolutoria e il rilascio: la sparatoria all'O.K. Corral, si legge nella motivazione, era da definirsi una legittima azione di polizia.

Ma la storia non finì lì . La sera del 28 dicembre 1881, mentre stava attraversando la Fifth Street, e cioè quei cinque o sei metri che separavano l'Oriental Saloon dal Crystal Palace Saloon, Virgil fu oggetto di un attentato che lo lascerà invalido per tutta la vita. Nell'oscurità qualcuno esplose due colpi di doppietta che gli devastarono il braccio sinistro e lo ferirono alla schiena. Per il resto della sua esistenza Virgil non potrà mai più utilizzare quel braccio.

Tre mesi dopo, esattamente la sera di sabato 18 marzo 1882, Morgan Earp venne ucciso con un colpo di pistola che gli spezzò la colonna vertebrale mentre giocava a biliardo nel Bob Hatch's Saloon and Billiard Parlor. Anche quella volta l'assassino agì nell'ombra e nessuno lo vide.

Dopo alcuni giorni gli Earp lasciarono Tombstone, ma non insieme. Wyatt Earp, che era finalmente riuscito a farsi nominare sceriffo federale, mise tutti sul treno per la California, a Tucson, e insieme a Doc Holliday e ad altri tre uomini della sua cerchia iniziò quella che, in pratica, diventò la sua vendetta privata. E fu strage. Frank Stilwell, considerato l'assassino di Morgan, venne raggiunto e freddato proprio a Tucson. Johnny Ringo, abilissimo pistolero che vantava una laurea in lettere, campione dei cowboys, fu trovato seduto seminudo su una roccia con mezzo cranio asportato da una fucilata. E di morte violenta, ma senza testimoni, morirono anche diversi altri cowboys legati al Partito Democratico. Bean, organizzò una squadra di uomini che girovagò in lungo e in largo per l'Arizona meridionale alla vana ricerca di Earp e Holliday. Ma sul loro cammino trovarono soltanto dei cadaveri. E tutti i morti, nessuno escluso, indossavano la fascia rossa sul cinturone.

A vendetta compiuta Wyatt e Doc si spostarono in Colorado, lasciarono calmare le acque e poi si salutarono. I due grandi amici non si sarebbero mai più rivisti. Il dottor John Henry Holliday l'8 novembre 1887 morì nel letto di un misero alberghetto a Glenwood Springs, in Colorado, città dove ancora adesso si può trovare la sua tomba. Al capezzale, visto che da mesi non era più in grado di muoversi, c'era soltanto un ragazzino che per qualche dollaro tutti i giorni gli andava a comprare da mangiare. Pare che le ultime parole di Holliday siano state: «Che buffo, morire senza gli stivali ai piedi…» . Aveva 36 anni.

Wyatt Earp, invece, tornò dalla sua Josie e con lei visse ancora quasi mezzo secolo di avventure. Tra le altre cose partecipò anche alla corsa all'oro in Alaska.

Virgil, a parziale ricompensa del braccio invalidato a Tombstone, ricevette una pensione di dodici dollari al mese e morì di polmonite a Goldfield, Nevada, il 20 ottobre 1905, mentre era in servizio come sceriffo della Esmeralda County. Aveva 62 anni. La moglie Allie, che scriverà un libro per esternare tutto il suo disprezzo verso il cognato Wyatt, fece tumulare il corpo a Portland, in Oregon.

Ma proprio Wyatt fu il più longevo. Il «Leone di Tombstone» , come la stampa dell'epoca lo aveva definito, si era stabilito a Los Angeles dove si era inserito nella comunità degli uomini d'affari come speculatore nel settore immobiliare. Era diventato anche uno stimato esponente della Massoneria locale. A tempo perso, svolgeva il ruolo di consulente per la nascente industria cinematografica di Hollywood. Ed è a Los Angeles che morì la mattina del 13 gennaio 1929, tre mesi prima del suo 81esimo compleanno, a causa di una cistite.

Le tre vittime della sparatoria all'OK CorralAl suo funerale parteciparono migliaia di persone, tra cui gli ultimi amici degli Anni d'Oro. C'era anche Tom Mix, il primo eroe western del cinema muto, che non nascose le sue lacrime. Il «Los Angeles Evening Herald» quel giorno uscì con un grosso titolo: «I vecchi del West pagano l'ultimo tributo a Wyatt Earp» . Il corpo del «frontier marshall» venne inumato nel cimitero di Colma, a un'ora da San Francisco, accanto ad un'altra tomba vuota. Ed è lì che nel 1944 lo raggiungerà Josie a poco più di 83 anni. Quel piccolo cimitero, quasi a ricordare un uomo e un'epoca consegnati alla storia, si chiama «La collina dell'Eternità» .

E Tombstone? Abbandonata nei primi anni del secolo a causa di un fiume sotterraneo che allagò le miniere d'argento, oggi la cittadina è stata ricostruita a beneficio dei turisti che provengono da ogni parte del mondo per ammirare i luoghi storici di questo angolo di deserto. E ogni domenica, infatti, verso le 2,30 del pomeriggio, l'ente locale del turismo rievoca il mitico duello con attori in costume. Come una volta, anche adesso democratici e repubblicani parlano di politica al Crystal Palace Saloon, ma senza scaldarsi più di tanto e all'ombra di una gigantografia di John Wayne. L'importante è far scena per i giapponesi che anche qui, tra una Coca Cola e l'altra, impazzano fotografando tutto il fotografabile. Del resto ogni cosa a Tombstone è a misura di turista, persino il cimitero di Boot Hill.

Per visitare quell'arido fazzoletto di terra ricoperto di vecchie lapidi bisogna passare attraverso un negozio di souvenir. Per due dollari e 89 cents ci si porta a casa una brochure in bianco e nero con la foto dei tre morti all'O.K. Corral ricomposti nelle bare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA – I siti web, blog, social media, giornali, riviste, trasmissioni televisive o radio, che desiderano servirsi dei contenuti di questo articolo per la diffusione pubblica, DEVONO CITARE IL SITO WEB RINODISTEFANO.COM COME FONTE.

(Buona parte delle informazioni relative alla sparatoria all'O.K. Corral, sono state tratte dai verbali del processo a Wyatt Earp e Doc Holliday, conservati presso gli archivi del Tribunale di Tombstone e pubblicati nel libro "And Die in the West: The Story of the O.K. Corral Gunfight" di Paula Mitchell Marks, ISBN 9780806128887. Le ricerche in loco sono state effettuate da me personalmente a Tombstone. Alcune illustrazioni sono state gentilmente concesse dall'Arizona Historical Society.)

Articolo precedenteIndiceArticolo successivo

PDF IconSalva come PDF

HomeInizio paginaIndietro

I miei libri | I miei articoli | Eventi & News | Rubrica Letteraria | Multimedia
Documenti | Facebook | Twitter | YouTube | Instagram | Contatti

© 2001-2024 Rino Di Stefano – Vietata la riproduzione, anche parziale, senza esplicita autorizzazione
Informativa sul CopyrightInformativa sulla Privacy

Protected by Copyscape