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Il National Geographic
scopre gli UFO di Torriglia

Un film documentario girato a giugno nel paese
da dicembre verrà distribuito in tutto il mondo

di Rino Di Stefano

(RinoDiStefano.com, pubblicato Venerdì 30 Novembre 2012)

Di Stefano con l'operatore PaulMartedì 11 dicembre, alle 8 di sera, sugli schermi televisivi dell'Inghilterra, il National Geographic presenterà il quinto episodio della serie "UFO Europe", con protagonista Torriglia, noto centro collinare sulle alture di Genova. Da quel momento il programma verrà trasmesso in tutto il mondo, sui canali nazionali del circuito National Geographic. In Italia, la trasmissione è prevista con il titolo "UFO: missione Europa" giovedì 3 gennaio 2013 alle ore 21.55 sul Canale 403 di Sky.
Torriglia, dunque, debutta sulla scena internazionale per i numerosi casi di avvistamenti di oggetti volanti non identificati avvenuti nel corso degli anni sul suo territorio.
Ma come si è arrivati a questo riconoscimento ufficiale degli incredibili episodi accaduti sui monti dell'Appennino genovese? Come mai il National Geographic per l'Italia ha preso in considerazione proprio Torriglia (insieme a Firenze e Caronìa, in Sicilia) per raccontare questi fatti? Per comprendere che cosa è successo, è necessario fare un piccolo salto indietro nel tempo.
Difficilmente Torriglia dimenticherà i giorni di martedì 26 e mercoledì 27 giugno 2012. Per la prima volta una troupe televisiva del National Geographic veniva a fare riprese a Torriglia per realizzare un film documentario sugli avvistamenti ufologici avvenuti nell'area della cittadina ligure tra il 1970 e gli anni '90, fino ai giorni nostri. A segnare la storia contemporanea di Torriglia era stato il caso Zanfretta, cioè la vicenda del metronotte che a più riprese si sarebbe incontrato con esseri provenienti da altri mondi nel periodo compreso tra il 1978 e il 1980. E quasi tutte le sue incredibili avventure notturne avvennero proprio nella zona di Torriglia. La gente del posto ricorda ancora oggi quanto accadde a Marzano, nei pressi della villa "Casa nostra", e al passo della Colla, vicino all'abitato di Rossi, il piccolo villaggio montano famoso perché vi nacque Natalia Garaventa, madre di Frank Sinatra.
Della storia di Zanfretta, da me raccontata in un libro giunto ormai alla quinta edizione con De Ferrari Editore, si era interessato un collega del Corriere della Sera, Flavio Vanetti, titolare del seguitissimo blog "Mistero bUFO". Vanetti un giorno mi chiese di essere portato a Torriglia proprio per vedere i posti dove erano avvenuti i fatti di Zanfretta. E fu così che nell'estate del 2011 un giorno portai Vanetti a Torriglia e gli mostrai le locazioni più interessanti. Vanetti ne scrisse un bell'articolo che ancora oggi chiunque può leggere nel suo sito.

Il nome di Torriglia
proposto a Londra

La troupe inglese al lavoro. Al centro, con la maglietta bianca, il regista Matt CurringtonDa allora io e Vanetti siamo rimasti in contatto. E fu proprio lui, quando scrisse il libro "Turisti per UFO – I 51 luoghi 'alieni' da visitare nel mondo" (Bradipo Libri), che inserì Torriglia in quell'elenco. Ma non solo. Ad un certo punto Vanetti venne contattato dal National Geographic che aveva intenzione di realizzare diversi film documentari della serie "UFO Europe" proprio nei posti dove, per misteriose ragioni, erano maggiori gli avvistamenti ufologici. Vanetti propose subito Torriglia e passò il mio nominativo alla sede londinese del National Geographic, affinché mi contattassero. Cosa che regolarmente avvenne. Dialogando con loro, cercai di spiegare perché la scelta di Torriglia sarebbe stata certamente indovinata. Raccontai dunque la lunga serie di episodi che era avvenuta a Torriglia e dintorni, descrivendo posti e testimoni. I dirigenti del National Geographic, con i quali ero in contatto tramite la persona di Alessandra Bonomolo, una ragazza italiana che lavorava per loro, mi ascoltarono con interesse. I loro filmati, mi dissero, non si occupavano di abductions, cioè di rapimenti alieni, bensì solo di avvistamenti. Nel caso di Torriglia, feci osservare, le due cose collimavano. E dopo una decina di giorni di contatti quasi giornalieri, decisero infine di inserire Torriglia nella loro serie.
Fu a quel punto che coinvolsi Mauro Casale, dotto storico di Torriglia, nonché sincero amante della sua terra, in questa avventura. Casale e io avevamo già collaborato per un convegno sul caso Zanfretta che si svolse il 17 maggio 2007 alla Torriglietta, la sede del Parco dell'Antola. A quel tempo era vice sindaco. Casale, che è un noto archeologo e ha pubblicato diversi libri sugli scavi che ha condotto nell'area, ha una mentalità aperta e crede sinceramente che si possa rilanciare l'immagine di Torriglia se soltanto si decidesse di promuovere le qualità che la distinguono. Tanto per fare un esempio, pochi conoscono la stupenda storia medioevale di Torriglia, le gesta dei Templari locali e le vicissitudini dei Doria, signori dell'antico castello le cui rovine dominano l'abitato di Torriglia.

La misteriosa storia
degli UFO di Torriglia

Il regista Matt riprende il gruppo di TorrigliaNel corso di oltre vent'anni, per qualche ragione che nessuno conosce, Torriglia è stata il sito preferito da misteriosi oggetti volanti non identificati. Grossi UFO luminosi sono stati avvistati a più riprese da decine e decine di residenti. La paura del ridicolo, unita alla certezza di essere additati come "quelli che hanno visto i marziani", hanno cucito la bocca a tanti. La comunità del paese è piccola e a nessuno piace essere "bollato" per un qualunque motivo. Così, al massimo, se ne parlava tra amici, stando bene attenti che nessun estraneo ne venisse a conoscenza.
I tempi, però, cambiano. E poco prima che il National Geographic si interessasse a Torriglia, Casale e io ci stavamo occupando di organizzare una manifestazione di carattere turistico-ufologico per presentare a settembre il nuovo libro di Vanetti a Torriglia. A questo scopo Casale aveva dato vita ad un Comitato che si riuniva periodicamente per organizzare la manifestazione. Comitato al quale ho poi avuto il piacere di annunciare che il National Geographic aveva deciso di venire a girare un film proprio a Torriglia. Per inciso, il convegno si è poi svolto sabato 15 settembre e domenica 16 settembre 2012, con un grande successo di pubblico e mediatico.
Oltre a Casale, del Comitato facevano parte Christian Castelli, procuratore legale e geniale inventore del "canestrelletto alieno", nonché figlio di Carmen Gardella, mitico personaggio della gastronomia torrigliese; Francesca e Mauro Mantilero, titolari della stupenda Villa Tiffany,un bed & breakfast immerso nei boschi di Santa Maria al Porto, una frazione di Torriglia; Pietro Lumachi, pittore di grande talento e titolare dell'Albergo della Posta di Torriglia; Sara Negri, intraprendente agente turistica e titolare dell'agenzia Fontanabuona Viaggi; Silvia Rocca, commerciante e consigliera comunale, indispensabile trait d'union tra il Comitato e l'amministrazione civica, nella persona della vice sindaco, architetto Raffaella Musante, che ha creduto fin da subito all'iniziativa; Daniela Segale, presidente della Pro Loco di Torriglia; Bruno Bellazzi, creatore delle mappe di Torriglia; Massimo Sanguineti, collaboratore dell'amministrazione comunale. In effetti, anche altre persone avrebbero dovuto far parte del Comitato, ma nella realtà sono state solo queste quelle che si sono occupate concretamente sia di organizzare la manifestazione di settembre, sia di preparare l'accoglienza alla troupe del National Geographic.
Per inciso, fu proprio il gioco di squadra del Comitato a permettere la compilazione di una lista di testimoni oculari che poi passai agli inglesi.

Un'incredibile testimonianza:
Elio Dondero di Garaventa

Il regista Matt e l'operatore Paul durante l'intervista a CasaleE venne, dunque, il pomeriggio di martedì 26 giugno. La persona con cui ero in contatto era Rollo, un tecnico inglese che aveva vissuto 15 anni a Roma e che parlava italiano. Mi chiamò mentre, come sempre, eravamo riuniti all'Albergo della Posta. Mi disse che stavano arrivando e mi annunciò che quel pomeriggio avevano in calendario di intervistare Elio Dondero. Questo signore è uno dei testimoni più importanti del film. Lo avevo intervistato, insieme ad altri cronisti, nel 1988, in occasione dell'ondata ufologica che si era ripresentata a Torriglia dopo il caso Zanfretta. Era durata circa otto mesi, con particolare intensità nei mesi di settembre e ottobre. Dondero, che allora (come oggi) viveva a Garaventa, una piccola e quasi deserta frazione di Torriglia, tutti i giorni si recava a Torriglia dove lavorava nel ramo delle riparazioni stradali. In tutto, una dozzina di chilometri di strada tranquilla e poco frequentata. Almeno fino a quel momento. Perché una mattina, improvvisamente, transitando nel punto chiamato Quota Mille (una zona che si trova appunto a mille metri sul livello del mare, a tre quarti del Monte Prela), alla sua destra notò un grosso e brillante disco volante luminoso, color arancio-rosso, "galleggiare" in aria, poco sopra un terrapieno a circa cinquanta metri dalla sede stradale. Per forza di cose, andando a Torriglia doveva passare da lì. E la cosa non gli piaceva affatto. Che cosa era quel "coso" che girava su se stesso? Che ci faceva lì? Era sicuro passargli così vicino? Insomma, si era spaventato. Tra l'altro, non era neanche la prima volta che vedeva un disco volante. Gli era già successo una sera del settembre 1978, mentre pescava carpe insieme al brigadiere Antonio Nucchi, compianto comandante della stazione carabinieri di Torriglia, nel vicino lago del Brugneto. Lo specchio d'acqua si trova in un avvallamento. Dondero e Nucchi erano fermi sulla riva, con le canne in mano, quando videro un grosso UFO luminoso provenire dall'alto delle montagne alla loro sinistra, planare verso la superficie del lago fino quasi a sfiorarla, e quindi risalire verso le montagne alla loro destra, scomparendo oltre gli alberi del bosco. Il tutto in perfetto silenzio e nel giro di pochi secondi. Ciò che rimase più impresso nella mente dei due testimoni fu il colore, la stranezza di quell'evoluzione acrobatica e l'assoluta silenziosità. Nucchi, ufficialmente, non parlò mai a nessuno di quell'avvistamento. Adesso, però, questo episodio fa capire il perché della sua apertura mentale quando poco dopo si occupò dell'inchiesta giudiziaria sul caso Zanfretta.

Gli UFO luminosi
di Monte Prela

Un momento delle riprese. Al centro, Flavio CardinaleDondero, dunque, era già stato testimone di un avvistamento quando si ritrovò davanti all'UFO di Monte Prela. E la cosa lo disturbava. Sperava, comunque, che quella volta sarebbe stata anche l'ultima. Lui, di UFO ne aveva già visti abbastanza. Ma le cose non andarono come egli sperava. A distanza di qualche giorno, Dondero si ritrovò un'altra volta di fronte all'UFO luminoso di Monte Prela. Sembrava che lo aspettasse. Appena vedeva lo strano velivolo, subito accelerava per togliersi da lì. Ma la paura gli restava in corpo. E questi episodi si ripeterono per altre tre o quattro volte. Alla fine, terrorizzato, decise di prendere una piccola strada collaterale che lo obbligava ad allungare il percorso di una ventina di chilometri. Tutto, pur di non passare più da lì. La novità venne quando, a Torriglia, cominciò a sentire che anche altre persone avevano visto l'UFO di Monte Prela. Anzi, di sera, organizzavano comitive di auto per andare a vedere lo strano disco volante luminoso. Non ci riuscivano sempre, ma qualche volta erano fortunati e lo vedevano. Insomma, quello strano UFO era diventato una specie di attrazione locale. E finì anche sui giornali. Solo a quel punto Dondero si fece coraggio e disse che anche lui, purtroppo, si era trovato abbastanza spesso quel "coso" volante sul percorso tra casa e lavoro.
Da quanto sto dicendo si capisce perché Dondero fosse un testimone importante per il film. Solo che non aveva alcuna intenzione di raccontare la sua storia davanti alle telecamere. Il primo a chiamarlo sono stato io, ma cortesemente si era rifiutato. Poi ci aveva provato Alessandra da Londra e, quindi, anche altre persone del Comitato. Lumachi, per esempio, fu l'ultimo a sentirlo. E probabilmente fu lui che alla fine riuscì a strappargli la promessa che sì, avrebbe testimoniato.

La troupe inglese
arriva a Torriglia

L'operatore Paul durante le ripreseAlla fine gli inglesi arrivarono. Erano in due auto, due grosse Peugeot stracariche di materiale per le riprese televisive. Nella prima c'erano Matt, il regista, insieme con Paul, l'operatore. Nella seconda Rollo insieme con Olivia, una ragazza italiana da parte di madre. Questi ultimi due si occupavano prevalentemente della parte logistica delle riprese.
L'affiatamento con tutti noi fu immediato. Si era creata una naturale simpatia e riuscivamo a intenderci senza alcun problema, anche se qualcuno non parlava inglese. Senza perdere tempo, ci recammo a Garaventa per incontrare Dondero. Devo dire subito che questo signore ha una caratteristica molto particolare: è l'unico abitante fisso della frazioncina. Lui abita lì per dodici mesi l'anno, accudendo le sue bestie e godendosi il verde che lo circonda. D'estate, timidamente, qualcuno fa rientro nelle case di Garaventa per passare un po' di ferie a contatto con la natura. D'inverno, invece, quando i monti si coprono di neve e le strade si ghiacciano, soltanto Dondero resta al suo posto. Persino la moglie si allontana per i tre-quattro mesi più freddi, andando a trovare la propria madre che vive altrove. Ma lui non demorde. Tra l'altro, essendo un cacciatore veterano, è anche ben armato e non ha davvero paura di eventuali malintenzionati.
Quando l'ho rivisto dopo 24 anni, l'ho subito riconosciuto. Anche se allora il nostro incontro era stato brevissimo. Chiaramente adesso era un uomo maturo, mentre in quei giorni era solo poco più che un ragazzo, ma aveva conservato la fisionomia di sempre. Sia io che gli altri lo abbiamo messo subito a proprio agio. Credo che abbia capito immediatamente che non solo gli credevamo, ma lo consideravamo il più importante dei testimoni. A quel punto si rilassò e partecipò di buon grado a tutte le riprese televisive. Raccontò quindi di quanto accadde al lago, degli improvvisi avvistamenti sulla strada e di tutte le volte che, suo malgrado, si era ritrovato faccia a faccia con l'insolito velivolo luminoso. Devo dire che l'intervista di Dondero è senza dubbio la più pregevole dell'intero film su Torriglia.
Subito dopo averlo lasciato a Garaventa, il regista Matt Currington ci chiese di fare alcune riprese al castello di Torriglia. Casale, premunendosi, si era fatto lasciare la chiave del cantiere sotto una certa pietra. Così riuscimmo ad entrare e a far fare, con loro grande soddisfazione, delle riprese panoramiche su Torriglia e la vallata.

Una cena d'onore
per gli ospiti inglesi

Avevamo visto l'elevatissimo livello di professionalità di Matt e della sua troupe. Ed eravamo rimasti impressionati dalla capacità tecnica e creativa che stavano dimostrando. Per cui fu un piacere per tutti quando, infine, potemmo prenderci una piccola pausa per la cena che il Comune di Torriglia volle offrire agli ospiti britannici nell'Albergo della Posta. E non fu la sola. Perché anche il soggiorno in albergo venne offerto dalla civica amministrazione.
Per la cena, Lumachi mise a disposizione una sala dove erano esposte diverse sue opere. Fu molto piacevole cenare lì. Prima di tutto eravamo più rilassati, dopo un pomeriggio di lavoro. Poi l'essere circondati da quadri oggettivamente molto belli, senza alcuna piaggeria, rende l'ambiente ancora più accogliente. Lumachi preparò una cena a base di specialità liguri, a partire dalle tradizionali trenette al pesto, con fagiolini e patate. E gli ospiti inglesi gradirono molto. Molto rilassante era anche l'atmosfera che si era creata. Ad un certo punto Christian Castelli portò a ognuno degli ospiti una confezione di canestrelletti, compresi quelli "alieni" di sua invenzione. E fu un successone. Insomma, fu una cena cordiale e simpatica che i presenti, compresa la consigliera Rocca, non dimenticheranno facilmente.

La scoperta
di Villa Tiffany

L'ingresso di Villa TiffanyDopo cena, Mauro Mantilero mi fece strada per raggiungere Villa Tiffany, dove avrei trascorso la notte. Abbiamo percorso un certo numero di chilometri nel buio assoluto, tra i boschi. Alla fine, subito fuori dall'abitato di Santa Maria al Porto, giungemmo alla Villa. La prima cosa che mi colpì fu il silenzio. Non un semplice silenzio, ma un silenzio totale. Eravamo nel bel mezzo del bosco e quella bellissima Villa in stile, circondata da un parco, sembrava un'oasi. Non voglio scendere nei dettagli per non sembrare ripetitivo, ma, oltre alla squisita cortesia di Francesca e Mauro Mantilero, devo dire che raramente mi era capitato di soggiornare in un posto così suggestivo. L'indomani mattina, quando sono partito, non ho potuto fare a meno di notare che quella Villa sembrava appartenere ad un'altra dimensione.

 

Un'intensa giornata
di riprese televisive

Intanto, già mentre facevo colazione a base di caffè e latte più un'infinità di leccornie che non avrei osato toccare per non incidere ulteriormente sul peso, gli amici inglesi mi chiamarono con una certa apprensione: "Non possiamo iniziare senza di te – mi disse Rollo – Matt mi ha detto di chiamarti…".
La sera prima non mi avevano spiegato tanto bene che cosa volessero fare. Pensavo di offrire il mio contributo saltuariamente, ma mi ero sbagliato. Per cui montai in macchina e mi precipitati di corsa verso la piazza del paese, dove trovai l'intera comitiva. Matt, molto cordialmente, mi spiegò allora che il film era proprio basato sulla mia persona. Si trattava, infatti, di raccontare di un giornalista che, a distanza di diversi anni, torna a Torriglia per incontrare di nuovo i testimoni che aveva intervistato a suo tempo. E con essi riviveva l'atmosfera di quei giorni. Per cui mi ripresero mentre guidavo, mentre intervistavo persone che avevo davvero conosciuto nel 1988 e così via. Per esempio, nel bar al centro di Torriglia intervistai Flavio Cardinale, testimone di Quota Mille. Mentre a Donnetta fu la volta della signora Vallebona e di sua madre, entrambe testimoni oculari in situazioni diverse di avvistamenti ufologici cui assistettero anche altre persone. La puntigliosità del regista Matt fu eccezionale. Ad un certo punto, visto che ho la pelle molto chiara e cominciavo ad arrossarmi sotto il cocente sole estivo, mi fece dare una crema protettiva che anche lui e gli altri si spalmarono. Poi fece ripetere non so quante volte le stesse scene, per essere sicuro che non ci fossero sbavature di alcun genere. E vidi che tutta la troupe rimase impressionata dalla naturalezza con cui i testimoni parlavano dei loro avvistamenti. Perché se di una cosa rimasero convinti, fu certamente quella che a Torriglia, in quegli anni, gli UFO erano davvero di casa.

Tutti quanti
a Quota Mille

Il gruppo di Torriglia e i tecnici inglesi durante le ripreseNel pomeriggio, dopo una breve sosta per un rapido pranzo, le riprese iniziarono a Quota Mille. Questo elemento della storia era davvero importante e Matt lo voleva rendere con tutti gli onori. Dunque, una comitiva di una decina di persone venne concentrata sui prati dell'area per cercare di ricostruire gli avvenimenti del 1988. Tra l'altro, a noi si erano aggiunti anche Pietro Cevasco, l'ex sindaco di Torriglia che era stato egli stesso testimone delle evoluzioni di un UFO nel cielo del suo paese, e Sara Negri che raccontò, davanti alle telecamere, quando all'età di 12 anni restò abbagliata da un enorme disco volante luminoso che sembrava le stesse cadendo sulla testa.
Matt e i suoi andarono avanti per ore. Ad un certo punto si fermarono, per poi ritornare sul posto alle 10,30 di sera, quando ormai era buio, per riprendere la zona con alcune auto d'epoca che avevano richiesto per rendere più verosimili le riprese. Solo l'indomani mattina, alle 9,30 di giovedì 28 giugno, lasciarono Torriglia dopo aver ringraziato tutti per la collaborazione che era stata loro concessa.
Ed è stato così che Torriglia è diventata la capitale ufologica d'Italia. Nessuno di noi sa, e neppure può immaginare, come mai per un periodo di tempo così lungo questo piccolo centro dell'Appennino ligure sia stato teatro di una serie di avvistamenti ufologici senza precedenti. Probabilmente questo interrogativo sarà oggetto di ricerche che qualcun altro farà in un prossimo futuro. Certamente, oggi possiamo dire che il fato ha avuto il suo peso in questa misteriosa evenienza. Come diceva Arthur Schopenhauer, "Il destino mescola le carte e noi giochiamo". Ed è quello che abbiamo fatto. Abbiamo giocato tutti quanti una partita, ognuno nel proprio ruolo, che si è conclusa con la vittoria di Torriglia.

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Anteprima su CorriereTV dell'episodio di Torriglia

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