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Scozia, auto d’epoca fra i castelli

(Il Giornale, Pubblicato Lunedì 28 Agosto 1995)

Edimburgo
dal nostro inviato
Rino Di Stefano

Il castello di GlamisSe solo indossassimo il kilt, il tipico gonnellino scozzese, forse potremmo sentirci come il conte di Strathmore e Kinghorne mentre al volante di un'imponente Jaguar MK degli anni Sessanta percorriamo il coreografico viale alberato che ci porta al castello di Glamis, lo storico maniero dove il conte vive con la famiglia e dove la zia, la Regina Madre del Regno Unito, ancora oggi mantiene una delle sue residenze private. A parte il fastidio del gonnellino (pare che gli scozzesi non portino niente per «riparare» le parti intime), ci vuole una fervida immaginazione per calarsi nei panni del conte Michael. E comunque ci vorrebbe anche una buona dose di adattabilità per vivere in un castello che dal 1372, anno in cui il re di Scozia Robert II lo donò agli antenati dell'attuale conte, ospita tutta una serie di fantasmi blasonati. Il più assiduo, a detta dell'aristocratica custode, è quello di una certa Green Lady, una signora con un lungo abito verde che da qualche centinaio d'anni ogni notte si fa una passeggiata lungo i corridoi senza che nessuno, nemmeno la contessa Isobel e i suoi tre bambini, vi facciano più caso.
La visita al castello di Glamis su una lussuosa Jaguar d'epoca è la conclusione di un breve, ma intenso, giro turistico iniziato con l'arrivo all'aeroporto di Londra Il castello di EdimburgoStansted, il terzo della capitale. Costruito nel '42 dagli americani come base dei bombardieri, oggi Stansted è un modernissimo scalo che si estende su un'area di 931 ettari a circa 50 chilometri da Londra. Da qui si può raggiungere il cuore della City in 41 minuti con il treno navetta "Stansted Express", oppure sostare in attesa del prossimo volo. Da Stansted, infatti, partono i jet dell'AIR UK verso Edimburgo.
è proprio nell'aeroporto della capitale scozzese che un rappresentante del garage McMillan ci consegna le chiavi della Jaguar. Con le chiavi ci viene fornito un libriccino contenente le caratteristiche tecniche della vettura e le raccomandazioni per la guida. Ci ricordano che in Gran Bretagna si tiene la sinistra e nelle auto il conducente siede a destra. Ciò vuol dire che si deve usare il cambio con la mano sinistra tenendo ben presente di avere a che fare con un veicolo senza servosterzo, Abs e altre diavolerie tecnologiche. Insomma, bisogna farci la mano.La statua di Sherlock Holmes a Edimburgo
A nostra disposizione abbiamo soltanto quattro giorni, e cioè un lungo week-end, per cui dobbiamo sbrigarci. Il punto di partenza resta comunque Edimburgo, e cioè una delle più belle città d''Europa. Pur essendo ormai alle porte dell'estate, l'aria è frizzante. Infatti il porto di Edimburgo si affaccia sul Mare del Nord e in città , ci spiegano, la temperatura massima tocca i 20 gradi soltanto in agosto.
Edimburgo, comunque, è tutta da vedere. Con la macchina ci portiamo in cima alla collina dell'osservatorio astronomico. Da qui si può ammirare un indimenticabile panorama che comprende il vulcano spento che sovrasta l'abitato. Dall'alto vediamo anche il castello dove Maria Stuarda diede alla luce suo figlio Giacomo VI e notiamo lo Scottish National Portrait Gallery che ospita i ritratti delle principali figure della storia scozzese. Giù , nella città vecchia, curiosiamo davanti alla piattaforma su cui si svolgevano le esecuzioni capitali. Poi ci inoltriamo tra i negozietti dalle caratteristiche insegne pensili immergendoci in una folla di turisti.
Lo stile vittoriano dei palazzi, le strade, i colori, le villette a schiera circondate da curatissimi giardini, le scritte sulle vetrine: tutto in quest'angolo d'Europa trasuda storia e cultura. Del resto è proprio a Edimburgo che è stata pubblicata la prima Enciclopedia Britannica e gli abitanti sono noti perché comprano più libri a testa di qualsiasi altro centro della Gran Bretagna. Tra l'altro a Edimburgo sono nati scrittori come Sir Walter Scott, da un cui romanzo storico è stato tratto il film «Rob Roy» ; Sir Conan Doyle, «padre» dell'ineguagliabile Sherlock Holmes, la cui statua troneggia a Picardy Place; Robert Louis Stevenson, autore tra l'altro dell' «Isola del tesoro» .
La sera, per concludere questa breve visita di cortesia, assistiamo a un caratteristico spettacolo scozzese a base di cornamuse, canzoni e «highlanders» che si affrontano a colpi d'ascia con marcato realismo. Capelli lunghi e incolti, barbe trascurate e abbigliamento ridotto all'essenziale: viene da pensare che gli antichi abitanti degli altopiani scozzesi non dovessero essere tanto diversi, in quanto all'aspetto truce, agli attori che adesso li interpretano.
Visto che lo scopo del viaggio è quello di vedere qualche angolo di vera Scozia, ci lasciamo alle spalle Edimburgo per avviarci verso i Trossachs, tra boschi e laghi lungo piccole, ma comode, strade secondarie. Procedendo verso Nord Ovest il tempo Rovine di un castello sul lago di Loch Nesscambia, la pioggerellina primaverile lascia posto al nevischio che continua ostinatamente a scendere fino a quando non arriviamo nella valle di Glen Coe. è qui, in questo altopiano brullo e collinoso, che il 13 febbraio 1693 i Campbell di Glenlyon hanno massacrato, su ordine del governo di Londra, oltre duecento tra uomini, donne e bambini dei MacDonald di Glen Coe. Lo strano è che, pur con tutta la sua desolazione, questo posto nasconde un fascino sinistro.
Ma si può essere in Scozia e non visitare il Loch Ness, il celebre lago del mostro? La risposta è no, per cui ci dirigiamo verso Nord sperando in cuor nostro di essere tanto fortunati da dare una sbirciatina a Nessie, come i locali chiamano il fantomatico "dinosauro" che appare e scompare. Ma, ovviamente, non è così facile. Quando usciamo da Inverness e arriviamo sul piazzale d'ingresso, l'accesso al lago è giù , chiuso. Qui alle 17,30 smontano tutti dal servizio, negozi e mostri compresi. Per cui non ci rimane che dare un'occhiata dall'alto ai ruderi del castello dove, secondo la leggenda, il mostro sarebbe stato avvistato per la prima volta. Ma piove a dirotto, meglio riprendere il cammino. Strada facendo passiamo davanti a Drumnadrochit, il piccolo centro che ha fatto la sua fortuna turistica allestendo il « Loch Ness Centre Official Exhibition» . Fuori, vicino agli ombrelloni, c'è una statua in gesso di Nessie. Certo è che scandagliare l'intero lago, come i giapponesi hanno cercato di fare, sarebbe davvero una pazzia. Il Loch Ness, Un tramonto scozzeseinfatti, ha uno specchio acqueo di 57 chilometri quadrati distribuiti su una lunghezza di 38 chilometri e una larghezza di circa 1.500 metri. La profondità , inoltre, arriva agevolmente ai 300 metri. In pratica, dunque, il Loch Ness è una grossa e profonda fenditura del terreno che taglia in due la Scozia collegando il Mare del Nord con l'Oceano Atlantico. Nessie, se c'è , si può muovere indisturbata da una parte all'altra senza che nessuno possa notarla.
Dopo una sosta ad Aviemore, la nostra Jaguar ci porta sulla «Via del whisky» dove a Crathie, nel Deeside, ci fermiamo a visitare la Royal Lochnagar Distillery, la prima che nel 1845 potè fregiarsi dell'aggettivo « regale» per decreto della regina Vittoria. Dalle granaglie alla doppia distillazione, e quindi al prodotto finito, l'operazione è abbastanza semplice e poco costosa. Eppure in Gran Bretagna il whisky è carissimo: una normale bottiglia da 75 cl in media costa 21 Lo stemma della Royal Lochnagar Distillerysterline (oltre 55 mila lire) delle quali 15 sono imposte di fabbricazione e consumo. Motivo: scoraggiare l'uso dell'alcol in un Paese dove la tendenza ad alzare il gomito è piuttosto accentuata.
Passando da Ballater vediamo il castello di Balmoral, residenza estiva della regina. «I sovrani sono dentro» , ci dice un panciuto poliziotto in alta uniforme. Per cui non possiamo visitarlo. Pazienza, sarà per un'altra volta.
Ed eccoci infine a Glamis per rifarci gli occhi con un'altra residenza reale di tutto rispetto.
A visita conclusa, mentre dallo specchietto retrovisore vediamo allontanarsi le torri della magnifica dimora dei conti di Strathmore e Kinghorne, ci viene il sospetto di aver avuto solo un assaggio di quanto la Scozia può offrire. Ma per un week-end, anche se lungo, non ci si può lamentare davvero.

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